The Guardian dedica un lungo articolo alla situazione della Juventus e ovviamente passa in rassegna i suoi principali protagonisti, con autorevoli commenti da chi conosce bene l’universo bianconero.
Quest’oggi ‘The Guardian’ ha dedicato ampio spazio alla Juventus, dopo tutte le vicende extra-campo e legali che hanno e stanno caratterizzando la sua stagione sportiva. Nonostante la momentanea restituzione dei 15 punti in classifica, il futuro è ancora incerto a causa di un’inchiesta che sarà approfondita nuovamente per poi trarne un giudizio finale con conseguenze adatte. La certezza però è che nel CdA non esiste più la figura di Andrea Agnelli, protagonista della storia contemporanea dei bianconeri.
Proprio la sua figura è quella centrale all’interno dell’articolo del tabloid inglese, che fa il punto sui vari capi d’accusa che coinvolgono la dirigenza bianconera. Prima delle dimissioni e dell’Inchiesta Prisma, Andrea Agnelli era già divenuto oggetto di discussone a causa della partecipazione alla Superlega. Un’operazione fallimentare, secondo il quotidiano, che sottolinea: “Agnelli pensa di essere un visionario – dice un ex dirigente – ma è un sociopatico. Un completo maniaco del controllo”.
Una delle figure che più ha accompagnato Agnelli in questi anni è stata quella dell’ex direttore sportivo Fabio Paratici, che nel racconto inglese assume un ruolo di grande rilevanza, essendo stato nella dirigenza del Tottenham, appena dopo aver concluso il rapporto professionale con i bianconeri. Inoltre è sua la voce che appare spesso nelle intercettazioni. Un insider bianconero, intervenuto al ‘The Guardian’, di Paratici ha parlato come uno a cui “piaceva la bella vita, far parte dei glitterati, circondato da belle donne”.
The Guardian analizza la Juventus, Cobolli Gigli sul caso Ronaldo: “Sistema drogato dal denaro”
L’analisi circa la condizione della Juventus si estende a come funziona il calcio in Italia, a livello imprenditoriale. Fino a poco tempo fa la sponda era poco commerciale, poiché le società erano per lo più sovvenzionate da un imprenditore locale o globale, come nel caso dei bianconeri. Quest’ultimo allora diviene emblematico rispetto alla tensione che oggi si registra fra evoluzione nello sport e nella finanza. “Proprio ciò che ha reso attraente lo sport – il suo ridicolo disprezzo per le preoccupazioni mondane, il suo gusto per il rischio, l’incertezza e le sorprese dei perdenti – lo ha reso poco attraente per gli investitori che richiedono rendimenti prevedibili”, è la chiosa del giornale.
A tal proposito la figura di Cristiano Ronaldo assume un valore ancora più significativo. Il suo approdo in Serie A avrebbe dovuto rappresentare a svolta, ma la pandemia e il lordo percepito dal portoghese hanno invece aperto il baratro. L’ha commentato l’ex presidente bianconero, Cobolli Gigli, per ‘The Guardian’, concludendo: “È come se ci fosse stata una voragine. Avrebbero dovuto limitare i costi insensati e invece hanno avviato una continua corsa ai ricavi. Un grosso errore di un sistema drogato dal denaro”.