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“Se mi avessero chiesto quante medaglie avremmo vinto, io ho sempre detto fra le 13 e le 17. L’ho sempre detto, e ho sempre sostenuto che saremmo potuti arrivare a 17. E con altrettanta franchezza dico che, quando ne vinci 17, nessuno può pensare che solo due sono d’oro“. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, promuove la spedizione azzurra ai Giochi invernali di Pechino 2022 nella conferenza stampa di chiusura.
Perché pochi ori per l’Italia? L’analisi di Malagò
“Perché è così?“, si è domandato quindi Malagò a proposito del fatto che solo il 10% delle medaglie azzurre a Pechino 2022 siano state del metallo più pregiato. “Potremmo stare degli interi giorni a parlarne. Una lettura non dico superficiale ma quantomeno numerica potrebbe sintetizzare che gli italiani sono molto più bravi a vincere le medaglie che gli ori. Almeno in queste recenti edizioni olimpiche“, ha quindi sottolineato.
E Malagò ha anche provato a trovare una chiave di lettura su questi pochi ori. Dopo che peraltro anche Pechino 2022 va agli archivi con un carico di medaglie tutt’altro che irrilevante per l’Italia. “Questione di centesimi, infortuni, giudizi. Ma è qualcosa su cui riflettere“, è la sua analisi.
Pechino 2022 e non solo: “Noi eclettici come nessuno”
Pechino 2022 porta però anche buone notizie in casa Italia. “È evidente che noi siamo un Paese mostruosamente multidisciplinare. Siamo eclettici come nessuno. Se andate a guardare la popolazione della Russia o quella degli Stati Uniti d’America diventiamo i primi al mondo in maniera quasi imbarazzante“, è arrivato a dire Malagò.
“Sotto il profilo qualitativo del medagliere questo può essere un elemento di debolezza, forse addirittura un tallone d’Achille. Ma sotto quello della cultura sportiva, questo è un valore aggiunto che noi abbiamo. Siamo multidisciplinari ed eclettici“, ha concluso Malagò. Che, dopo l’estate di Tokyo, porta in casa notizie molto confortanti anche dall’inverno e da Pechino 2022.