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Classe 1956, il campione del mondo 1982 Paolo Rossi era nato a Prato e viveva nel quartiere Santa Lucia, al civico 2 di via Renato Fucini. Un appartamento che si trova a pochi passi dal primo campo di calcio calpestato dal giovanissimo Pablito, il Santa Lucia. Quel campo adesso è dedicato al padre Vittorio e fu per Paolo il viatico per approdare subito dopo alla Cattolica Virtus di Firenze, prima di passare alla Juventus di Giovanni Trapattoni. E proprio da qui, dal campo della Cattolica Virtus, parla Piero Colzi. Ossia il primo a intuire le sconfinate potenzialità da campione del futuro eroe dei Mondiali di Spagna.
“Facevo l’allenatore alla Cattolica Virtus. Si tratta di una squadra fiorentina rinomatissima. Ho avuto la fortuna di avere, insieme ad altri campioncini che poi sono usciti da questa società, anche Paolo Rossi“, racconta Piero Colzi. Che di Pablito, improvvisamente scomparso a 64 anni, fu il primo allenatore.
Le potenzialità del Paolo Rossi ragazzino e l’opzione Fiorentina
“Del ragazzo non era difficile intuire la grandissima dote per questo sport. Lo penalizzava un po’ il fisico. Quello che Paolo ha fatto a livello mondiale, quelle finte, quegli allunghi, tutti quei tempismi, già li faceva negli allievi degli Juniores. Era impossibile non capire il suo avvenire. In una riunione della Cattolica Virtus, dissi agli altri nel mio gergo fiorentino: ‘Ricordatevi che questo, prima o poi va a finire nelle figurine Panini‘. E si avverò“, ricorda Colzi. Che si commuove anche guardando una splendida dedica che gli scrisse Paolo Rossi in una sua biografia.
L’allora mister della Cattolica Virtus racconta anche il passaggio del campione alla Juventus: “La Fiorentina fece un’offerta per Paolo Rossi, ma la Cattolica Virtus non riuscì a concretizzare la vendita del cartellino. Questo perché la Juventus fece un’offerta talmente alta, intorno ai 20 milioni delle vecchie lire, che per un ragazzo di 15 anni nessuna società si poteva permettere di pagare“.