Palestre, Anif: “Ok a passaporto vaccinale”, ma non è la soluzione

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Palestre e operatori del settore hanno detto “sì” all’idea di un certificato che attesti l’immunità a Sars-Cov-2. Il “passaporto vaccinale“, quindi, potrebbe diventare la via preferenziale per poter accedere agli impianti sportivi. Tra i favorevoli, anche il presidente della Anif, l’Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness, Giampaolo Duregon, che però esprime qualche dubbio sulla reale efficacia della misura per permettere agli sportivi di tornare nelle palestre.

Non è una soluzione per il breve termine

Il problema, sostiene Duregon, è che il solo passaporto non potrebbe garantire la riapertura tempestiva (e in sicurezza) delle palestre e degli impianti per gli amatori. “Ci sarebbe comunque tutto il periodo in cui si verrà vaccinati che vedrà pochissimi frequentati, senza contate che la maggior parte di quelli che viene in palestra farà il vaccino per ultimo“, ha chiarito Duregon.

Le palestre hanno bisogno di soluzioni alternative

Sempre secondo Giampaolo Duregon, sarebbe corretto creare “un canale preferenziale per coloro che fanno il vaccino” anti Covid-19. Ma, chiarisce, “allo stesso tempo bisogna permettere anche agli altri, con mascherina e quant’altro, di frequentare le palestre“. Per raggiungere l’immunità di gregge, infatti, potremmo impiegarci anni. Oltre al fatto che nelle scorse settimane i ritardi sulla consegna delle dosi sembrano accumularsi. In quest’ottica, un passaporto vaccinale non può essere il solo strumento.

Sì anche dall’Unione Europea

L’idea di poter “tornare alla normalità” grazie al passaporto vaccinale piace anche al Consiglio europeo, non solo per le palestre. Inizialmente, infatti, la proposta del certificato di vaccinazione era giunta sul tavolo della Ue per garantire la possibilità di spostarsi tra i confini nazionali.

Proprio Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, nei giorni scori aveva avanzato l’ipotesi di introdurre il passaporto vaccinale che attesti l’immunità al Covid-19.

Il dibattito sulla validità di questo strumento, quindi, si sta allargando ai settori più a rischio di trasmissione del virus, tra i quali, oltre a piscine e palestre, ci sono anche bar, ristoranti e teatri.

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