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SPORT

Olimpiadi, da Simone Biles a Mikaela Shiffrin: la caduta delle dee sportive

Insieme, nelle rispettive discipline, hanno vinto la bellezza di sei ori, due argenti olimpici e decine di titoli fra Mondiali e Coppe del Mondo. Stiamo parlando di due stelle dello sport statunitense: la ginnasta Simone Biles e la sciatrice alpina Mikaela Shiffrin. Due atlete giovanissime – 24 anni la prima, 26 la seconda – accomunate da un destino tanto glorioso quanto pesante: essere due “dee” sportive, entrambe cadute nel giro di pochi mesi alla manifestazione che più di tutte ha contribuito a farle sedere nell’Olimpo. Le Olimpiadi, appunto.

Olimpiadi, i ritiri di Simone Biles a Tokyo 2020

Sia per Biles che per Shiffrin – ognuna per motivi diversi, come vedremo – i Giochi estivi di Tokyo 2020 e invernali di Pechino 2022 sono da dimenticare. Un brutto capitolo da dimenticare in fretta, per poter tornare dove più gli compete, di fianco a Zeus, come vuole la tradizione greca. La prima a tradire le aspettative è stata la ginnasta Simone Biles. Nel 2016, a Rio, aveva portato a casa quattro ori e un bronzo tra competizioni di squadra e discipline individuali. Dal Giappone, invece, è tornata con il misero bottino di un bronzo nella trave.

Come Team Usa, Biles ha portato a casa anche un argento, senza però prendere parte alla finale a squadre. La pluripremiata campionessa, inoltre, non ha partecipato nemmeno alla finale individuale, a quella al volteggio e quella alle parallele. A cavallo fra luglio e agosto la giovane atleta americana ha dovuto convivere con una forte pressione da parte dell’opinione pubblica, che vedeva i suoi ritiri alle Olimpiadi proprio come la caduta di una divinità.

Una pressione che ha finito per trasformarsi in un peso insostenibile, acuendo così una sindrome, quella dei cosiddetti “twisties”, da cui cercava di sfuggire. Tanto da sentirsi in dovere di fornire delle spiegazioni pubbliche tramite dei video sui social. A far ancora di più breccia erano state però le parole pronunciate nel corso di una conferenza stampa: “Devo fare ciò che è meglio per me e pensare alla mia salute mentale, perché voglio stare bene e perché c’è una vita oltre la ginnastica”. E, infine, il crollo: “Ho i demoni nella testa”.

L’impensabile flop di Mikaela Shiffrin a Pechino 2022

Con un balzo in avanti di sei mesi arriviamo alle Olimpiadi invernali cinesi di Pechino 2022. Teatro della caduta di un’altra eroina dello sport statunitense, la “regina delle nevi” Mikaela Shiffrin, la donna più vincente della storia dello slalom dietro solo alla connazionale Lindsey Vonn. La campionessa olimpica in carica è infatti uscita nella prima manche, sia nello slalom gigante che in quello speciale, commettendo due errori che gli esperti definiscono “da principianti”.

Al termine delle gare, Shiffrin non ha nascosto tutta la sua amarezza e delusione, parlando di un momento “piuttosto terribile”. Poi ha aggiunto: “Non sarà terribile per sempre. Mi sento piuttosto giù in questo momento”. Più eloquente delle parole è l’immagine di lei inginocchiata sulla neve a bordo pista, travolta dallo sconforto. Forse, a tradirla è stato l’enorme carico di aspettative che portava sulle spalle, arrivando da una scia di vittorie quasi chilometrica (73 vittorie in Coppa del Mondo e 11 medaglie ai Mondiali, per citarne alcune).

Anche se, in questo caso, l’indiziata n.1 dell’inaspettato flop è la neve delle Olimpiadi cinesi, le prime su un manto bianco artificiale al 100%. Neve con cui probabilmente la statunitense non ha mai trovato il giusto feeling, commettendo così i due errori fatali che l’hanno portata all’eliminazione. Un altro mito caduto, il secondo in pochi mesi dopo Biles, che ha lasciato con l’amaro in bocca i fan di tutto il mondo. Perché nessuno se l’aspettava. Ma attenzione: gli dèi a volte possono cadere, ma sanno sempre rialzarsi. Più affamati (di vittorie) che mai.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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