Marcell Jacobs sembra non poter godersi a pieno l’oro conquistato nella giornata di domenica 1 agosto alle Olimpiadi di Tokyo 2020. L’uomo più veloce del mondo, con il record italiano ed europeo (9”80) nei 100 metri, dopo le accuse di doping da parte di alcuni media internazionali, deve fare i conti con l’accusa di transfobia.
L’accusa rivolta a Jacobs riguarda parole che l’atleta ha affidato ai social nel lontano 2012. Il Gay Center, luogo che offre servizi e iniziative per la comunità LGBTQ+, ha infatti rispolverato un post su Facebook, pubblicato dall’atleta olimpico quasi 10 anni fa. L’accusa, rivolta a Marcell Jacobs, è quella di aver utilizzato un linguaggio transfobico. Il velocista, che nel 2012 doveva ancora compiere 18 anni, ha scritto nel post incriminato: “Figura di m… Alessandro balla davanti a un trans”.
Nel tweet pubblicato oggi, il Gay Center ha mosso un appello a Marcell Jacobs: “Prenda le distanze e si unisca alla corsa dei diritti”. Inoltre, è arrivato anche l’invito per il centometrista a partecipate al Rieti Lazio Pride, il prossimo 11 settembre. Un modo, questo, per “far correre verso i diritti il Paese intero”.
Il post su Twitter, inoltre, rimanda ad uno più lungo su Instagram, dove vengono toccati alcuni punti fondamentali. In primo luogo, l’utilizzo del linguaggio “sicuramente da condannare” da parte di Jacobs. Questo in quanto ciò che lui ha scritto, seppur in giovane età, “stigmatizza le persone trans. Come se ballare con una ragazza trans fosse qualcosa da evitare e di cui vergognarsi“.
In secondo luogo, quello che viene chiesto al campione olimpico è di “prendere le distanze” e, soprattutto, di schierarsi a favore dei diritti della comunità LGBTQ+. “Oggi c’è uno sport che corre più veloce degli omofobi. Dai coming out olimpici di Bruni, Egonu e Boari, fino al tuffatore Tom Daley a Vettel, che al Gran Premio di Ungheria ha indossato una maglia rainbow contro le politiche discriminatori di Orban“.
Al momento Marcell Jacobs non ha commentato quanto accaduto. A farlo, però, ci hanno pensato gli utenti di Twitter. In molti, infatti, sotto al post del Gay Center, si sono schierati a favore del campione olimpico. Due le principali ragioni di chi ha preso le parti di Jacbos: la giovane età dello sportivo e l’incosistenza delle accuse mosse.
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