Il congelamento dei beni di Roman Abramovich non può ovviamente non far pensare a quello che succederà con il Chelsea e in particolar modo a uno dei suoi giocatori simbolo: Romelu Lukaku. Ma andiamo con ordine.
Fino al 31 maggio, infatti, i Blues non potranno stipulare nuovi contratti. Non potranno fare acquisti o cessioni e non potranno rinnovare gli accordi attualmente in essere. Insomma, se esisteva qualche speranza di prolungare i giocatori a scadenza giugno 2022, queste ora si sono praticamente azzerate. A meno che i calciatori stessi non decidano di aspettare proprio il termine del congelamento del 31 maggio per poi firmare di nuovo con Chelsea. Ipotesi però, non semplice da vedere realizzata. Anche perché, dopo quella data, le misure imposte dal governo inglese potrebbero pure essere prolungate. Insomma, nessuna certezza in tal senso.
Sono tanti i calciatori in scadenza di contratto
Un problema rilevante per la squadra di calcio di Londra. Soprattutto per quanto riguarda la difesa che in estate vedrà scadere i contratti di molti protagonisti. Fra questi, anche quello del capitano Cesar Azpilicueta, da tempo in trattativa col Barcellona ma non solo. Dopo 10 anni a Londra la sua voglia era quella di provare una nuova esperienza, ma chissà che questa situazione non lo porti a rivedere le proprie esigenze in nome di quelle del club. In forte bilico anche Andreas Christensen, Antonio Rudiger e Saul Niguez. Ma c’è una grana in particolare che desta preoccupazione nella questione Chelsea-Abramovich: quella di Lukaku. Con l’Inter, infatti, ci sono degli accordi pregressi sul pagamento dovuto per l’acquisto del cartellino dell’attaccante belga.
Beni congelati ad Abramovich: cosa succede nel triangolo Chelsea-Lukaku-Inter?
La vicenda è la seguente. La cessione di Lukaku al club inglese è avvenuta la scorsa estate per 113 milioni di euro. Ma la società nerazzurra si è già garantita l’incasso completo della cifra. Nei documenti del club nerazzurro legati al bond, infatti, si legge che l’Inter ha ceduto “Romelu Lukaku al Chelsea per 113 milioni di euro (al netto del contributo di solidarietà Fifa dovuto), cifra che è stata parzialmente incassata (direttamente per 22,6 milioni di euro e indirettamente tramite factoring per 22 milioni di euro, secondo al piano di pagamento definito) con l’importo residuo da incassare nei dodici mesi successivi”.
Il Chelsea, così, non compare tra le società verso cui l’Inter ha crediti. Al 30 settembre 2021, invece, il club nerazzurro aveva crediti da factoring per 84,7 milioni di euro, che si riferivano “alla cessione pro soluto di alcuni crediti verso il Chelsea Football Club Limited a un factor, che verranno incassati nei successivi dodici mesi in base all’acquisto e contratto di cessione con il factor”, spiega la società milanese. Se ci fossero dunque delle difficoltà a livello di cassa per il Chelsea, il problema non si rifletterà sul bilancio dell’Inter, ma quanto piuttosto sull’istituto che ha acquisito i crediti nei confronti del Chelsea.
In ogni caso, si sta guardando in giro perché non vorrebbe più rimanere al Chelsea, dove non si troverebbe più bene. E chissà che non sia proprio l’Inter il posto in cui potrebbe trovare una seconda chance da calciatore.