Nei classici discorsi da Bar Sport, la sessione di calciomercato invernale – volgarmente nota come mercato di riparazione – è spesso considerata una finestra con poche emozioni e sorprese. Così si preannunciava anche quella di questo primo scampolo di 2022 per la Juventus; almeno a sentire le parole dell’amministratore delegato bianconero, Maurizio Arrivabene, che a dicembre diceva: “Non necessariamente dovremo fare qualcosa: prevedo un mercato di gennaio né interessante né impegnativo”.
Juventus, un mercato da 10?
E invece quella di quest’anno si è rivelata la miglior sessione di calciomercato juventina degli ultimi dieci anni. Un mercato che arriva peraltro nel peggior anno dei bianconeri dell’ultimo decennio, dominato con nove scudetti consecutivi. La squadra di Massimiliano Allegri occupa infatti la quinta posizione in classifica in Serie A, a 11 lunghezze dalla capolista Inter, che ha anche una partita da recuperare. Se il titolo di campione d’Italia sembra un miraggio, qualche speranza in più c’è per un piazzamento in zona Champions.
Per arrivarci – e superare la concorrenza – ai bianconeri serviva qualcosa in più. Sia a centrocampo, vero anello debole della rosa di quest’anno, sia in attacco, un reparto che ha faticato più del dovuto ad andare in gol. Per questo la Juventus ha deciso di correre ai ripari. A gennaio sotto la Mole sono infatti sbarcati l’attuale capocannoniere del campionato, l’attaccante serbo Dusan Vlahovic, e un centrocampista fisico come lo svizzero Denis Zakaria.
La società guarda al futuro
Il club ha anche gettato le basi per il futuro, assicurandosi le prestazioni del difensore classe 1998 Federico Gatti, che tanto si è messo in mostra in Serie B con la maglia del Frosinone, che continuerà ad indossare fino a fine stagione. Il vero capolavoro, però, lo ha fatto con il mercato in uscita. I bianconeri hanno infatti ceduto al Tottenham il centrocampista uruguaiano Rodrigo Bentancur e l’attaccante svedese Dejan Kulusevski per una cifra complessiva di circa 60 milioni di euro.
Ai giocatori in partenza potrebbe anche aggiungersi il gallese Aaron Ramsey, destinato a vestire la maglia dei Glasgow Rangers fino a fine stagione. Una cessione non di poco conto, se pensiamo che Ramsey incide sul bilancio della Juventus in maniera significativa, con uno stipendio da sette milioni di euro all’anno a fronte però di poche presenze e tanti infortuni. Se i bianconeri riusciranno a risalire la china in campionato solo il tempo potrà dircelo. Quel che è certo è che le premesse sono positive.
Un’iniezione di fiducia
E forse c’era bisogno proprio di un’iniezione di fiducia come questa per risollevare il morale in casa bianconera. Soprattutto per i tifosi, che dopo dieci anni di trionfi si sono ritrovati catapultati in una stagione poco entusiasmante, come non se ne vedevano da prima della presidenza di Andrea Agnelli. L’obiettivo sembra chiaro: dopo due stagione di transizione (la scorsa e quella attuale), è tempo di guardare al futuro e di rilanciare un nuovo progetto.
Progetto che parte dai giovani, come dimostra l’età media degli ultimi acquisti della Juventus, già a partire dall’estate 2021 con gli arrivi di Manuel Locatelli e di Moise Kean (un ritorno, in realtà). Ora i nuovi rinforzi, sinonimo – forse – di un nuovo ciclo di vittorie. Un ciclo che trova la sua genesi in due soggetti che non vestono più bianconero. Il primo è l’asso portoghese Cristiano Ronaldo, che quest’estate ha salutato la Continassa dopo tre stagioni di gol e trofei.
L’effetto Cristiano Ronaldo
Probabilmente, se il fenomeno di Madeira fosse rimasto a Torino la squadra di Allegri avrebbe avuto meno difficoltà a centrare la porta. Bisogna però ricordare che l’addio del trasferimento più costoso della storia della Serie A ha avuto anche degli effetti positivi. In primis sotto forma di boccata d’ossigeno per le casse bianconere, le quali hanno salutato un ingombrante stipendio da 30 milioni di euro a stagione. In secundis in termini di impatto sulla rosa e sulla sua coesione.
In molti si staranno chiedendo: e i gol? CR7 alla Juventus ne ha fatti ben 101 in 98 presenze. Come fa, allora, a non essere quella del 2018 – anno del suo arrivo – la miglior sessione di calciomercato bianconera? Lo dicono i numeri. Nelle due stagioni precedenti, infatti, i bianconeri segnavano addirittura di più rispetto alle tre con l’asso portoghese in squadra: 112 reti nel 2016/17 e 2017/18 contro 87, 99 e 108 dal 2018/2019 al 2020/2021. La sua “eredità”, di fatto, non è mai esistita.
Il ruolo dell’ex a.d. Paratici
Il secondo protagonista è invece l’ex a.d. della Vecchia Signora, Fabio Paratici, dalla scorsa estate direttore generale del Tottenham. L’artefice del colpo Ronaldo ha infatti contribuito a risollevare le sorti dei bianconeri garantendo liquidità (seppur non immediata, ma spalmata negli anni) e nuovi spazi nella rosa riacquistando tre suoi “pupilli” come Bentancur, Kulusevski e in precedenza il 23enne difensore argentino Cristian Romero. Vale a dire tre calciatori che lui stesso aveva portato in maglia bianconera, senza però lasciare ricordi indelebili. E il capolavoro è completo.