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È un campione del mondo l’ospite della nuova puntata di Emoticon, opinioni a confronto: a chiacchierare con Andrea Pamparana è infatti Antonio Cabrini, uno dei protagonisti del Mundial 1982, punto più alto di una carriera ventennale in cui oltre a quella della Nazionale ha vestito non solo la maglia per la quale più è noto, quella della Juventus, ma anche quelle di Cremonese, Atalanta e Bologna.
Antonio Cabrini ad Emoticon: “Politica non dà priorità allo sport”
Con lui si parla di sport al tempo del Covid, dalle norme sanitarie per gli atleti all’assenza dei tifosi sugli spalti. Non mancano poi spunti che vanno al di là dell’emergenza sanitaria, come la necessità di una riforma del settore e di una maggior presenza delle discipline sportive a scuola.
“Se il presidente Draghi mi chiamasse per fare il ministro dello Sport? Gli farei presente che da troppo tempo la politica, non parliamo poi di questo ultimo anno, ha relegato lo sport all’ultimo posto delle priorità – dice Cabrini, senza mezze misure -. Lo sport è non solo salute, divertimento, socialità, ma anche parte importante dell’educazione dei giovani”.
Per Cabrini, un esempio da imitare è quello degli Stati Uniti, Paese in cui se una ragazza o un ragazzo ha talento per una disciplina sportiva, viene individuato dalle scuole più prestigiose e dalle università e aiutato con borse di studio: “In Italia – afferma l’ex terzino sinistro – la maggior parte delle scuole non ha nemmeno una palestra degna di questo nome”.
“Momento particolare per il Covid, si sente la mancanza dei tifosi”
Campione del mondo, capitano della Juventus dopo la morte di Gaetano Scirea, Cabrini guarda con nostalgia agli anni da calciatore: “Oggi il calcio è cambiato profondamente. Ai miei tempi bastava una stretta di mano col presidente, oggi ci sono i procuratori che fanno le squadre. Viviamo poi un momento particolare con la pandemia, inevitabile certo, però non dimentichiamo che i tifosi sono parte integrante dello spettacolo. Mancano tantissimo”.
Parlando di ricordi, il pensiero non può non ritornare alla notte di Madrid dell’11 luglio 1982. “Siamo rimasti tutti uniti – racconta Cabrini –, eravamo una grande famiglia con un nonno, il Presidente Pertini e un padre, Enzo Bearzot. E siamo rimasti uniti da allora al di là del trionfo mondiale. Quei valori fanno parte di noi stessi”.
Chi è Antonio Cabrini
Oltre 350 partite in serie A, 35 reti in 15 stagioni, tredici anni trascorsi indossando la maglia della Juventus. Con la Nazionale azzurra ha segnato 9 reti in 73 partite, 10 volte con la fascia da capitano, e ha vinto il Mondiale 1982 (pur sbagliando un rigore nel primo tempo della finalissima contro la Germania Ovest, poi vinta 3-1).
Questi sono i numeri che riassumono la prestigiosa carriera calcistica di Antonio Cabrini. Calciatore, terzino sinistro, uno dei più longevi e affidabili difensori che la Juventus e la Nazionale italiana abbiano contato nella loro storia.