Si chiama Apu Nahasapeemapetilon, ma per tutti è Apu del Jet Market. O, ancora più semplicemente, Apu dei Simpson. E da 31 anni abbondanti è uno degli indiani più famosi della televisione. Fin troppo, forse. Tanto da costringere Hank Azaria, che nella versione originale lo ha doppiato sin dalla sua prima apparizione del 25 febbraio 1990, a chiedere scusa a tutta la comunità dell’India.
Hank Azaria “pentito” per Apu? Le sue parole
La vicenda, che a uno sguardo miope potrebbe apparire ampiamente irrilevante, lo è in realtà solo in parte. Lo ha voluto spiegare nella maniera più chiara possibile lo stesso Hank Azaria, nell’intervista che ha concesso a Dax Shepard per il suo podcast ‘Armchair Expert‘. “Chiedo scusa. Lo faccio per davvero, ed è una faccenda importante – ha dichiarato l’attore –. Mi voglio scusare per la parte che ho ricoperto nella creazione di Apu dei Simpson. Una parte di me avverte il bisogno di andare da ogni singola persona indiana in questo Paese e chiedere scusa personalmente. E di tanto in tanto mi capita di farlo“.
Ma perché un comico che vanta decenni di carriera, oltre che un doppiatore pluripremiato proprio per i suoi lavori nei Simpson, sente il bisogno di una presa di distanze tanto drastica? In uno stralcio successivo del suo intervento, lo illustra lo stesso Hank Azaria: “Andavo nelle scuole per chiedere ai ragazzi cosa ne pensavano del personaggio. Lo feci anche in quella di mio figlio. Mi interessava in particolare l’opinione dei ragazzi indiani, e una volta venne da me uno di loro. Non aveva nemmeno mai visto i Simpson, ma sapeva esattamente chi era Apu. Mi ha spiegato che quel nome viene usato come un insulto per la loro comunità. E molti americani, ormai, vedono gli indiani così. Esattamente come il personaggio. Per questo voglio scusarmi per aver contribuito a questa falsa rappresentazione“.
Il caso Simpson visto dagli indiani
La vicenda è diventata di pubblico dominio nel 2017, quando il comico americano di origini indiane Hari Kondabolu ha pubblicato un documentario molto fortunato dal titolo ‘The Problem With Apu‘. Qui sottolineava la specialità del personaggio dei Simpson, uno dei pochissimi indiani a comparire nella tv americana negli anni del suo debutto. Peraltro in una serie dal grandissimo successo. Ma che di fatto rappresentava uno stereotipo in piena regola della sua comunità. Istruito ma costretto a una vita di ripiego, dalla famiglia estremamente numerosa, impiegato in un minimarket di provincia senza particolari scrupoli sulla qualità della merce da vendere ai clienti. E, ovviamente, reso celebre dalla caratterizzazione di un attore bianco.
Quello di Apu Nahasapeemapetilon è a tutti gli effetti uno dei casi di “Whitewashing” più longevi della storia dello spettacolo. Il fenomeno, storico in cinema e tv nonostante con gli anni stia diminuendo sempre di più, prevede la rappresentazione di un personaggio esotico da parte di qualcuno che non appartiene a quella etnia. E che quindi, fatalmente, ne accentua aspetti esasperati e caricaturali. Rendendoli quasi una macchietta. Hank Azaria ne sa qualcosa, essendo a sua volta parte di una minoranza (è un cittadino di New York dalle origini greche e dalla fede ebraica). E ha detto basta. Dopo aver contribuito alla fama di un personaggio che ha comunque scritto la storia dell’India in tv (e che in Italia presenta l’inconfondibile voce del romano Manfredi Aliquò). Una fama che, però, per chi indiano lo è davvero ha rappresentato un piccolo timbro di infamia.