Fatta eccezione per l’edizione del 2025, già affidata a Carlo Conti, dal 2026 l’affidamento del Festival sarà aperta anche ad altri operatori del settore, con l’ingresso di nuovi concorrenti come Mediaset o Warner Bros
La storica collaborazione tra il Comune di Sanremo e la Rai per l’organizzazione del Festival di Sanremo potrebbe subire un drastico cambiamento. Con una sentenza, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Liguria ha stabilito che il Comune di Sanremo non potrà più affidare direttamente alla Rai l’organizzazione del Festival della Canzone Italiana. La decisione, che non avrà effetto sull’edizione del 2025, richiederà dal 2026 una gara pubblica aperta agli operatori del settore.
La sentenza
Nelle 58 pagine della sentenza, il Tar ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto della manifestazione alla Rai da parte del Comune di Sanremo, rilevando che il marchio “Festival della Canzone Italiana” appartiene al Comune e non può essere concesso senza una procedura pubblica.
“Il comune è titolare del marchio ed è, pertanto, libero di associarlo (previa procedura di evidenza pubblica) a format diversi da quelli da Rai“, si legge.
La risposta della Rai e del Comune di Sanremo
La Rai sostiene che il format della trasmissione è di sua esclusiva proprietà e che questo non può essere separato dal marchio o replicato da altri operatori, ma per il Tar la sovrapposizione tra marchio e format non è giuridicamente fondata, aprendo così la porta a nuovi scenari futuri. La Rai ha cercato di minimizzare gli effetti della sentenza, sottolineando che “i giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival. Nessun rischio, quindi, che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”. Il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, ha dichiarato: “È una sentenza inaspettata, articolata e complessa. Insieme ai dirigenti del Comune e ai nostri consulenti legali, la approfondiremo con scrupolosa attenzione nei prossimi giorni, anche al fine di pianificare le migliori strategie per il futuro”.
Gli sviluppi futuri
La decisione del Tar potrebbe aprire un nuovo capitolo nella lunga storia del Festival. Fatta eccezione per l’edizione del 2025, già affidata a Carlo Conti, dal 2026 l’affidamento del Festival sarà aperta anche ad altri operatori del settore, con l’ingresso di nuovi concorrenti come Mediaset o Warner Bros. Discovery. La Rai valuterà probabilmente un ricorso.
Le reazioni
Pippo Baudo, storico volto del Festival che ha condotto il Festival per tredici edizioni, ha definito l’eventuale perdita del Festival da parte della Rai “un disastro” e “una perdita enorme, gigantesca sotto tutti i punti di vista”, in un’intervista a Repubblica. Baudo ha poi aggiunto che Sanremo “ha caratterizzato per decenni la Rai” e che “dopo tanti anni c’è ancora attesa, è un pezzo di storia”.
Sergio Cerruti, managing director di Just Entertainment, la società che ha presentato il ricorso, ha invece celebrato la decisione: “Davide ha abbattuto Golia, e in questo Paese ogni tanto le cose vanno nel verso giusto e che c’è speranza anche per i più piccoli”. Cerruti ha aggiunto: “Oggi abbiamo scritto un pezzo di storia, perché Sanremo è Sanremo, non è la Rai”.