Radcliffe-Rowling: “lite interna” a Harry Potter sulle donne trans

Daniel Radcliffe, 30 anni, ha voluto mettere la parola fine a una polemica cominciata, nel corso dello scorso weekend, da J.K. Rowling, 54, l’autrice della celebre saga del maghetto Harry Potter (che nella trasposizione cinematografica è stato interpretato proprio dallo stesso Radcliffe) con queste semplici parole: “Anche le donne trans sono donne”.

Tutto nasce da alcuni commenti di J. K. Rowling

J. K. Rowling aveva postato sul suo profilo Twitter un articolo di giornale dal titolo “Creare un mondo post-Covid-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni” e il 6 giugno lo aveva commentato con queste parole: “Persone con le mestruazioni. Sono certa che c’era una parola per definirle… aiutatemi. Wumben? Wimpund? Woomud (nomi dispregiativi per indicare le donne, ndr)?”. Il messaggio sottinteso nel suo commento è che solo le persone dotate per natura di ciclo mestruale possono definirsi veramente delle donne. Il giorno successivo aveva ribadito il concetto, sempre su Twitter: “Se il sesso non fosse reale, non potrebbe esistere attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non fosse reale, la realtà vissuta dalle donne di tutto il mondo verrebbe cancellata”.

La replica di Daniel Radcliffe

A questo punto ci ha pensato proprio Radcliffe a rispondere per le rime alla Rowling, “mamma” delle opere che lui ha interpretato al cinema. “Ogni affermazione contraria cancella l’identità e la dignità delle persone transgender e va contro i consigli delle associazioni sanitarie che sono ben più esperti sul tema di me o di Jo (il nome della scrittrice è Joanne, ndr)”. Secondo Radcliffe “dobbiamo supportare le persone transgender e non binarie per non causare loro ulteriore sofferenza”, citando poi che il 78% dei giovani trans o non binari hanno subito discriminazioni nel corso delle loro vite. Infine, conclude dicendo “a tutte le persone che adesso sentono che l’esperienza della lettura dei romanzi di Harry Potter sia stata rovinata o sminuita, chiedo scusa per la sofferenza che questi commenti vi hanno causato”.

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