La scomparsa di Gigi Proietti, avvenuta proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni, lascia nello sconforto il pubblico che ha avuto la possibilità di divertirsi con i suoi ruoli più celebri, ma anche tantissimi colleghi che hanno avuto la possibilità di imparare da lui il “mestiere”. Il Teatro Brancaccio di Roma è legato a lui a doppio filo: oltre a esserne stato direttore artistico dal 1978 al 2007, era riuscito a creare un suo Laboratorio di Esercitazioni sceniche dedicato ai giovani attori. Tra i suoi allievi ci sono tantissimi interpreti che hanno oggi raggiunto la popolarità e che non hanno mancato di ricordarlo sui social.
Tra questi possiamo citare Lino Guanciale, protagonista di alcune tra le fiction Rai più importanti, Gabriele Cirilli, che lo considera quasi un “secondo papà”, Nadia Rinaldi, Enrico Brignano, Chiara Noschese, Flavio Insinna, Rodolfo Laganà e Francesca Nunzi.
Gigi Proietti e il Teatro Brancaccio: un legame a doppio filo
Uno dei primi a presentarsi alla clinica romana dove era ricoverato Gigi Proietti è stato Tullio Solenghi. L’attore ha voluto ricordarlo tramite un video pubblicato sul suo profilo Facebook. Questa è stata l’occasione per lanciare una proposta: “Mi farebbe piacere che a Roma venisse intitolato un grande teatro a Gigi Proietti, magari proprio il Brancaccio che lui ha diretto – ha detto accompagnando il messaggio con un video celebrativo -. Ho la sensazione che lassù stia facendo ridere tutto il creato, che stia facendo divertire con la sua classe, il suo meraviglioso talento e la sua umanità. Ciao Gigi sei tutti noi, il più grande di tutti noi”.
Ad appoggiare l’idea anche Carlo Verdone: “Gigi è stato un grande maestro. Lui voleva spingere i giovani, lo faceva con una grande dedizione. Molti attori gli dovranno molto, non sarebbe male intitolare a lui il Teatro Brancaccio di Roma. Questo 2020 è stato un anno dannato. Quel volto ci dava una rassicurazione per dire che un’anima questa volta ci dà. Lui, come Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, è stato un simbolo di questa città“.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il giornalista Bruno Vespa: “Ho conosciuto Gigi Proietti nel 1968 all’Aquila, era protagonista di un’operetta e rimasi folgorato dalla sua bravura – ha detto a Storie Italiane -. Spesso e volentieri quando ci siamo rincontrati abbiamo ricordato quel debutto. Credo che sia il migliore uomo di spettacolo italiano. Aveva una versatilità straordinaria. Era uno showman, cabarettista, comico, era tutto. Credo sia straordinario intitolargli il Brancaccio di Roma”.
Gli fa eco anche Renzo Arbore: “Sono sotto choc da stamattina, per me è difficile parlare di Gigi, era un grande amico, proprio un amico dello spettacolo. Appena si faceva qualcosa si diceva di farla insieme, lui correva da me o io correvo da lui. Non ho mai conosciuto nessuno così, sapeva fare tutto. Appena ci vedevamo scattava un’alchimia straordinaria, anche la conversazione dopo la pizza era meravigliosa. Ipotesi Brancaccio sacrosanta”.