Una carriera lunghissima e ricca di successi, arrivati grazie a una serie di film che finiscono sempre per lasciare il segno nel cuore del telespettatore e spesso anche un filo di commozione. Proprio per questo Gabriele Salvatores rappresenta una vera stella per il cinema italiano e non è certamente un caso che sia uno degli italiani più apprezzati a livello internazionale.
A inizio anno è stato lui a dirigere il docu-film “Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown“, una serie di immagini realizzate esclusivamente in smart working con l’obiettivo di raccontare come fosse cambiata la nostra quotidianità quando non era possibile uscire nel periodo clou della pandemia. Lui stesso aveva contratto il virus ed era stato costretto a ben 50 giorni di isolamento.
Gabriele Salvatores: età e carriera
Gabriele Salvatores è nato il 30 luglio 1950 a Napoli, ma è poi cresciuto a Milano, dove si era trasferito insieme alla sua famiglia. Il papà, di professione avvocato, aveva infatti avuto la possibilità di lavorare nel capoluogo lombardo. “Era avvocato, napoletano, ci siamo trasferiti da Napoli a Milano che avevo 5 o 6 anni. Riuscì ad avere successo nel suo lavoro. Erano gli Anni 50, si fece uno studio e il suo sogno era che io andassi a lavorare con lui. Quando gli ho confessato: «Io voglio fare teatro», lui è rimasto zitto per un’intera giornata. Poi alla fine mi ha detto: «La vita è tua perciò fai quello che vuoi. Ma anche se decidi di fare l’idraulico, cerca di diventare il miglior idraulico del quartiere». Non mi ha mai ostacolato, anche se avevamo idee diverse. Io avevo i capelli molto lunghi… E lui mi ha solo detto che se non li tagliavo che almeno, incontrandoci per strada, camminassi sull’altro marciapiede” – aveva detto in un’intervista.
Sin da ragazzo ha manifestato una grande passione per il mondo dello spettacolo, anche se in un primo momento sembrava più propenso a dedicarsi al teatro. È proprio a lui che si deve la fondazione del Teatro dell’Elfo di Milano nel 1972. La direzione dl suo primo cortometraggio risale al 1983 dal titolo “Sogno di una notte di mezza estate”.
I primi lavori nel cinema arrivano grazie al sostegno di un suo grande amico e attore, Diego Abatantuono, con cui ha avuto modo di collaborare in più occasioni. Il suo primo film è “Marrakesh Express” (1989), a cui segue “Mediterraneo” (1991, ancora oggi uno dei suoi più grandi successi, ricordato anche per la conquista del Premio Oscar come Miglior Film in lingua straniera.
Successivamente decide di dedicarsi a un altro dei suoi generi più amati, la fantascienza. A questo appartengono “Nirvana” (1997), “Denti” (2000), “Amnésia” (2002) e “Quo vadis, Baby?” (2005). Tra le sue opere più riuscite ci sono poi “Il ragazzo invisibile” e due film ispirati ai romanzi di Nicolò Ammaniti, “Io non ho paura” e “Come Dio comanda“.
La sua vita privata
Ormai da anni Salvatores è sposato con Rita Rabassini. In merito a questo legame è importante sottolineare un dettaglio particolare: lei è l’ex moglie di Diego Abatantuono, suo grande amico e attore in diversi suoi film. Anzi, loro ora si considerano una vera famiglia allargata.
Il regista non ha figli, ma non ha grandi rimpianti. “Io non ne ho avuti. La sensazione che avevo quando ero giovane era quella di non potermi occupare veramente di un figlio. I padri della nostra generazione erano un modello importante e non ci sono più. Non solo a livello personale, ma anche politico, intellettuale. Manca la figura di uno che si prenda la responsabilità di dire: «No, mi dispiace, si fa come dico io». Se invece fa l’amico, be’, al figlio manca il senso del limite. Quanto a me, ho creato dei figli mediatici, seguendoli negli anni”.