Che prima o poi sarebbe successo, lo si sapeva. Ma, probabilmente, non così rapidamente. Disney Plus ha sorpassato Netflix ed è diventato il servizio di streaming video con più abbonati al mondo. E l’ha fatto in meno di tre anni. Secondo i dati dell’ultima trimestrale (riferita al periodo aprile-giugno), Disney Plus ha ora 221 milioni di abbonati: Netflix, che è poco sotto questa soglia, ha impiegato 14 anni per arrivarci. Il dato comprende anche gli iscritti a Espn Plus, Hulu e Hotstar, che non sono disponibili ovunque. Ma il risultato è comunque notevole: Disney Plus è la piattaforma in più rapida crescita, anche in Italia. Ma come ha fatto? È successo soprattutto per cinque ragioni. Alcune dipendenti dall’attività di Disney Plus e altre legate a come funziona questo mercato.
Prezzo aggressivo e 4K per tutti
Arrivando per ultima tra i grandi dell’intrattenimento televisivo, Disney Plus ha puntato tantissimo su tariffe molto competitive. Anche in Italia. A marzo 2020, quando è arrivata nel nostro Paese, ci si poteva abbonare con 59,99 euro per un anno, cioè spendendo meno di 5 euro al mese. Quel prezzo è salito poi a 69,99 e adesso è a quota 89,90, che restano comunque 7,5 euro al mese. Per avere un abbonamento a Netflix con le stesse caratteristiche, soprattutto con i contenuti in risoluzione 4K (che su Disney Plus è disponibile da subito per tutti), è necessario spendere più del doppio.
Il sorpasso di Disney Plus supera Netflix: il discorso delle esclusive
Un’altra decisione strategica molto importante è stata quella di puntare su marchi e franchise molto conosciuti e amati. Come se non bastassero tutti i cartoni animati di Disney (ma tutti proprio, dagli Anni ‘20 a oggi), l’azienda si è comprata i diritti di sfruttamento di Star Wars, Marvel (con minuscole eccezioni), Pixar, National Geographic e molto, molto altro ancora. Non solo se vuoi vedere il prequel di Predator (che è davvero ben fatto) ti devi abbonare a Disney Plus, ma pure se vuoi vedere tutti gli altri film della saga di Predator, ti devi abbonare a Disney Plus.
Più attenzione agli adulti
Nata come una piattaforma di intrattenimento per i più piccoli, Disney Plus è stata brava a non focalizzarsi solo su questo: da febbraio 2021, l’arrivo della sezione Star ha permesso sia di offrire contenuti più adatti a un pubblico più maturo (e dunque di ampliare il bacino di utenza) sia di non perdere l’immagine di ambiente sicuro per i bambini.
Una base di pubblico esigente (e convincente)
I ragazzini restano comunque lo zoccolo duro del pubblico. Nonché un’arma importante per l’azienda, più o meno consapevolmente. Dopo il primo anno di cartoni e film d’animazione sempre disponibili ad appena 59,99 euro, quanti genitori se la saranno sentita di disdire l’abbonamento? Non molti, sia per non affrontare capricci e musi lunghi sia perché in Disney sono stati bravi a dare anche a loro qualcosa da guardare (come film e serie su Star, appunto).
Le difficoltà di Netflix che hanno favorito Disney Plus
L’ultimo motivo del successo di Disney Plus è legato ai problemi di Netflix, che sono fisiologici. Come qualsiasi altro servizio commerciale, la piattaforma creata da Reed Hastings ha probabilmente raggiunto il suo tetto, dunque ha margini di crescita minori rispetto agli altri. Inoltre, anche se ha goduto a lungo del first-mover advantage, cioè il vantaggio di chi fa la prima mossa ed entra in un mercato inesplorato, adesso Netflix ha difficoltà che i rivali (per ora) non hanno. Come la già citata questione dei prezzi: è di gran lunga l’app più costosa di tutte. Gli utenti se ne sono accorti e sono andati altrove.
Che cosa succederà adesso (soprattutto ai prezzi)
Netflix ha difficoltà che i rivali per ora non hanno, ma va detto che le avranno presto. Per arrivare nell’Olimpo dei 220 milioni di abbonati, devi spendere. E spendere tanto: sia per acquistare diritti esclusivi sia per produrre contenuti originali. Disney Plus non solo continua a perdere soldi, ma quest’anno ne ha persi più che negli anni precedenti. L’azienda ha spiegato che fra una trimestrale e l’altra “le perdite sono cresciute da 0,8 a 1,1 miliardi di dollari”. Nonostante questo, la compagnia continua ad “avere fiducia che Disney Plus inizierà a generare profitti nell’anno fiscale 2024”, periodo in cui dovrebbe avere (secondo le stime) fra i 215 e i 245 milioni di abbonati.
E come farà Disney Plus a generare profitti? Facendo quello che ha fatto Netflix, ovviamente: aumentando il costo degli abbonamenti e anche aprendo alla pubblicità. Che è un modo per tenere i prezzi bassi e generare comunque redditività. Nel dettaglio: negli Stati Uniti, a partire dall’8 dicembre ci sarà un abbonamento con gli spot a 7,99 dollari al mese (che è il prezzo dell’attuale piano base), mentre l’abbonamento senza gli spot costerà 10,99 dollari al mese, con un incremento di quasi il 40%. Resta da vedere come e quando questi rincari toccheranno anche l’Europa.