“Torneranno i cinema all’aperto”, cantava quattro anni fa Raphael Gualazzi nel brano L’estate di John Wayne. Ora, in un certo senso, questa frase potrebbe rivelarsi profetica, perché a breve potrebbero tornare di moda i drive-in. “Sembrano essere stati fatti apposta per una pandemia globale”, ha scritto infatti il Wall Street Journal. E anche in Italia, per potere ovviare all’emergenza Coronavirus, se ne sta seriamente parlando.
Il ritorno dei drive-in, perfetti per il distanziamento sociale in tempi di Coronavirus
I cinema drive-in, a loro volta celebrati da diversi film, ebbero il loro periodo d’oro nella seconda metà degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta. Dopodiché passarono piuttosto rapidamente di moda, anche perché nel frattempo le sale cinematografiche avevano migliorato molto la qualità dei suoni e delle immagini, una cosa con cui i drive-in facevano fatica a competere. Negli ultimi anni qualche drive-in ha resistito o è ricomparso anche nel resto del mondo. Dal 2019 a Milano c’è, per esempio, il Bovisa Drive-In, che al momento non sta proiettando film ma che fa sapere di essere “al lavoro per riaprire il prima possibile” e che su Facebook ha scritto: “In teoria potremmo essere a prova di decreto”. Molti nuovi drive-in degli ultimi anni, e tra loro anche il Bovisa Drive-In, abbinavano alla visione dall’auto anche la possibilità di vedere il film seduti all’aperto.
Il Coronavirus ha cambiato tutto: visti come alternative interessanti e un po’ nostalgiche agli spettacoli tradizionali, i drive-in sono diventati ora il tipo di cinema che sembra prestarsi meglio alle nuove necessità di distanziamento sociale. Quando sarà consentito spostarsi anche in Italia, basterebbe in teoria prendere una macchina, presentarsi alla cassa, mostrare un biglietto elettronico acquistato online e poi guidare fino a posizionarsi davanti allo schermo, magari ordinando cibo su WhatsApp o ritirando cuffie e speaker Bluetooth (in alcuni cinema si era scelto di fare proprio così) da qualche addetto munito di guanti e mascherina. E dopo un paio d’ore si potrebbe tornare a casa avendo visto un film e senza aver avuto quasi nessuna interazione con altre persone.
Rutelli: “Sarebbe un modo per tornare a vivere”
Un’ipotesi presa in considerazione anche da Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali): “Le sale non riapriranno così presto, ci dirà il Governo quando. L’idea di fare delle arene cinematografiche in agosto, di avere la possibilità di luoghi all’aperto, distanziati, con dei protocolli, con protezione, sanificazione, gestiti dagli esercenti, potrebbe essere un modo intermedio, graduale, per non rassegnarci, mantenendo le condizioni di sicurezza”.
L’ex sindaco di Roma propone un metodo per l’organizzazione complessiva durante la Fase due del Coronavirus: “Bisogna fare un accordo con i Comuni, identificando aree molto grandi dove ci siano tutte le condizioni di sicurezza. Si possono studiare varie ipotesi, con automobili distanziate e tutto il resto, ma sarebbe un modo per tornare gradualmente, e prudentemente, a vivere”.