E’ stato scoperto nel nord della Svezia “il più grande deposito conosciuto” di terre rare in Europa: è quanto ha annunciato il gruppo minerario svedese Lkab, riferendo che nel giacimento sarebbe contenuto più di un milione di tonnellate di metalli.
“Questa è una buona notizia – ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato del gruppo minerario Lkab, Jan Mastrom – non solo per Lkab, la regione o il popolo svedese, ma anche per l’Europa e il clima”. Il giacimento “potrebbe diventare – ha aggiunto Mastrom – un importante tassello per la produzione delle materie prime critiche assolutamente cruciali per la transizione verde”.
Cosa sono le terre rare
Si tratta di un gruppo di 17 elementi chimici costituiti da scandio, ittrio, lantanio e da tutti gli
elementi che formano la famiglia dei lantanidi. Dal punto di vista chimico sono tutti metalli. Il loro nome è dovuto al fatto che in passato si pensava fossero contenuti solo in minerali rari e per via del fatto che, inseriti in altri minerali in piccole percentuali, è difficile individuarli. In realtà, le terre rare sono piuttosto diffuse sulla crosta terrestre: si calcola ad esempio che il cerio sia presente tanto quanto il rame, mentre il tulio, che è il meno comune delle terre rare, è comunque più abbondante del cadmio. Tuttavia, le terre rare hanno altissimi costi di estrazione ambientali e sociali, dato che durante i processi di lavorazione si utilizzano sostanze dannose per l’ambiente e si producono rifiuti altamente tossici. Spesso poi provengono da Paesi in cui c’è instabilità politica. L’estrazione dei minerali che contengono le terre rare avviene per la maggior parte, circa il 90 percento, sul territorio di un unico Paese: la Cina.
Come vengono impiegate
Le terre rare hanno avuto un ruolo centrale nella rivoluzione tecnologica degli ultimi 20 anni. Si tratta di elementi indispensabili per la fabbricazione delle nuove tecnologie, tra cui le batterie dei veicoli elettrici, ma anche dei sistemi per la produzione di energia eolica, solare e per le comunicazioni ottiche. Al momento, pur essendo considerate risorse strategiche, non c’è l’obbligo di riciclarle dato che, essendo utilizzate in quantità molto piccole, il loro recupero sarebbe troppo costoso. Allo stesso tempo però trovano applicazione in moltissimi settori e in molti oggetti di uso quotidiano. Sono presenti nei televisori, nei chip e nell’hard-disk dei computer, nei touchscreen, nei circuiti elettronici, nei magneti permanenti dei computer e delle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici, nelle lampade a basso consumo, nelle batterie delle automobili, nei catalizzatori di combustione, nei coloranti per vetri e prodotti ceramici, nei componenti per laser.