Lo spazio non finisce mai di sorprendere. Anche i più esperti sono destinati a trovarsi, almeno una volta nella vita, di fronte a qualche fenomeno sconosciuto. È quel che è successo a Tyrone O’Doherty, uno studente della Curtin University che nel 2021 ha scoperto un oggetto cosmico sconosciuto, con delle caratteristiche del tutto particolari. Noto come Gleam-X J162759.5-523504.3, il corpo celeste emette un fascio di luce ogni 18 minuti e 10 secondi, un periodo che non corrisponde a quello di nessun’altra “fonte luminosa” conosciuta.
La scoperta è stata pubblicata oggi, mercoledì 26 gennaio, sula rivista scientifica Nature. Natasha Hurley-Walker, prima autrice dello studio, spiega che nel corso delle loro osservazioni gli esperti hanno visto il fascio di luce radio apparire e sparire nell’arco di poche ore. “Un fatto inaspettato e anche un po’ inquietante, almeno per noi astronomi. Nel cielo non c’è nessun altro oggetto a noi noto che si comporti in un modo simile. E questo è anche molto vicino: si trova a circa quattromila anni luca da noi. Praticamente nel nostro cortile galattico”.
Gli astronomi sono abituati a dividere i segnali “transienti”, quelli che si accendono e si spengono, in due categorie: i transienti lenti e i transienti veloci. I primi si affievoliscono, nell’arco di alcuni mesi, una volta raggiunto il picco. Un esempio può essere l’emissione di una supernova. Nel caso dei transienti veloci, i segnali si ripetono a intervalli regolari, che possono andare da alcune decine di millisecondi a pochi secondi. Un ottimo esempio sono le pulsar. Finora non era mai stata identificata un’emissione che si ripete a intervalli di minuti.
Sulla natura della sua sorgente non esistono altro che alcune teorie. Basandosi sull’intensità del segnale e sul suo periodo, i ricercatori ipotizzano che l’oggetto che lo emana sia estremamente luminoso e compatto, molto più piccolo del Sole. Inoltre, il segnale emesso è un fascio d’onde radio altamente polarizzato, segno tipico della presenza di un forte campo magnetico nel luogo d’origine dell’emissione. Sulla base di questi indizi, gli astronomi ipotizzano che l’oggetto misterioso sia una magnetar di periodo ultra lungo. Si tratta di un “tipo di stella di neutroni che ruota lentamente e la cui esistenza è prevista dalla teoria”, spiega Hurley-Walker. “Nessuno si aspettava di rilevarne direttamente una come questa, perché non ritenevamo che potessero essere così brillanti. È come se in qualche modo stesse convertendo l’energia magnetica in onde radio in modo molto più efficace di qualsiasi oggetto mai visto prima”. I ricercatori sono pronti a utilizzare degli appositi telescopi per mettere alla prova la loro teoria. Ma potranno farlo solo quando la misteriosa sorgente luminosa di riaccenderà.
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