Una ricerca coordinata dall’Università brasiliana di Campinas, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, ha elencato i geni che hanno reso le balene quei giganti che solcano mari e oceani. Sono quattro quelli che hanno favorito le dimensioni maggiori e tenuto a bada gli svantaggi dovuti alla taglia, come il rischio di sviluppare tumori. Un risultato scientifico che pone sotto i riflettori anche la balenottera azzurra, una delle specie animali a rischio d’estinzione. Sparse per il globo ce ne sono tante e si può lavorare per tutelarle prima che sia tardi.
L’allarme per le specie animali in via d’estinzione
Gli studiosi dell’Onu hanno lanciato un allarme di estinzione per circa un milione di specie animali, che rischiano di scomparire entro qualche decennio. Ogni anno, invece, l’International Union for Conservation of Nature (IUCN) compila la “lista rossa” degli animali in via d’estizione. Anche il WWF è da sempre impegnato in campagne di sensibilizzazione sulla salvaguardia della biodiversità.
Gli animali marini e polari
Tra gli animali marini in via d’estinzione, anche per via dell’inquinamento che rappresenta la causa primaria della scomparsa delle specie animali, figura la foca monaca mediterranea. Mammifero della famiglia delle foche, oggi ne esistono settecento esemplari circa anche per colpa dell’uomo che l’ha cacciata e perseguitata per tanto tempo. La foca monaca sopravvive in Grecia, Croazia, Turchia, Marocco e Mauritania.
Un altro animale in via d’estinzione è la balenottera azzurra, il più grande presente nel nostro pianeta: una media di ventisei metri di lunghezza e 150 tonnellate di peso. Subisce attacchi da parte dell’uomo in svariate occasioni, dalla caccia al restare impigliata in strumenti da pesca intensiva. Il cambiamento climatico, inoltre, modifica la temperatura delle acque e disorienta l’animale. Rende la vita difficile anche all’orso polare, che ha bisogno del ghiaccio per potersi muovere e cacciare: a causa dello scioglimento si è registrato per esempio un calo di esemplari del 30 per cento nella baia di Hudson, in Canada.
Le specie terrestri
La gru coronata grigia è un volatile delle regioni meridionali e sudorientali dell’Africa, minacciato dall’uomo e a rischio estinzione. Negli anni ha subito le conseguenze della bonifica delle zone paludose, uso di pesticidi, incendi e interventi tra campi agricoli e dighe. Gestione idrica in quei territori e allevamenti intensivi colpiscono anche la zebra di Grevy, la cui presenza si attesta soprattutto in Kenya: a oggi ne sono rimasti circa 2.400 esemplari.
A rischio estinzione anche il bradipo tridattilo pigmeo, tra le specie più rare. Da un censimento dopo la sua scoperta nel 2001 ne risultano circa cento esemplari al mondo, originari di Escudo de Veraguas, isola di Panama: vive sule mangrovie, decimate dai pescatori del luogo. Un altro animale che rischia di scomparire è il koala, specie dopo gli incendi che lo scorso anno hanno devastato 19 milioni di ettari di foreste in Australia. Il piccolo mammifero si adatta con difficoltà ad altri ambienti: la diminuzione delle risorse, l’aumento di Co2, la caccia per la pelliccia e le malattie mettono il koala in serio pericolo.
Le specie animali a rischio estinzione in Italia
Tra le specie animali autoctone dell’Italia in via d’estinzione si conta sicuramente l’orso bruno marsicano, sottospecie dell’orso bruno della zona centrale del Paese. Se ne contano appena 50 esemplari nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Una menzione è purtroppo doverosa anche per la caretta caretta, la tartaruga marina più diffusa nel Mediterraneo e più a rischio perché minacciata da inquinamento, pochi luoghi adatti alla nidificazione, traffico di barche e reti da pesca.