Mentre prendono il via i primi voli turistici nello spazio, la Nasa è pronta a intraprendere nuove missioni di esplorazione dell’universo. Prossima destinazione sarà nientemeno che Venere, il cosiddetto “pianeta gemello” della Terra, in quanto a dimensioni e conformazione. Le missioni in partenza nei primi anni 2030 saranno due: VERITAS e DAVINCI.
La missione su Venere in partenza nel 2029
La prima orbiterà intorno al pianeta per scrutarlo attraverso le densi nubi che lo circondano. La seconda si spingerà ancora oltre con il lancio di una sonda spaziale in titano che, dopo aver attraversato le nubi venusiane, atterrerà sulla superficie del pianeta. Ma come sarà questo viaggio spaziale fino alle lontanissime terre di Venere? Lo svela in anteprima un video ufficiale della Nasa con una fedele simulazione della missione spaziale in partenza forse già nel 2029.
Come si svolgerà la missione
“Venere ci sta aspettando tutti“, esordisce nel video la voce narrante di Giada Arney, scienziata planetaria del Goddard Space Flight Center nel Maryland . “La missione DAVINCI è pronta a condurci fin lì e ad accendere un nuovo rinascimento di Venere“, prosegue la scienziata della Nasa. Ma come si svolgerà la missione? In un primo momento, l’astronave effettuerà due sorvoli del pianeta per studiarne l’atmosfera. Oltre a osservare come le nuvole cambiano nel tempo, cercherà di identificare una sostanza chimica sconosciuta che assorbe la luce ultravioletta.
Capire se il pianeta è abitabile
Sette mesi dopo, una sonda scenderà per oltre un’ora attraverso la gassosa atmosfera di Venere, rilevandone la composizione, le temperature, le pressioni e i venti presenti in ogni strato per analizzarlo e capire come si è formato e si è evoluto. Una volta atterrata, la sonda fornirà inoltre immagini di alta qualità delle formazioni geologiche di una regione, nota come Alpha Regio Tesserae, che ricordano i continenti della Terra e fanno pensare che Venere potrebbe avere una tettonica a placche. Mapperà inoltre la superficie notturna del pianeta alla luce infrarossa, poiché la roccia rilascia il calore assorbito durante la notte. Questa mappatura potrebbe aiutare gli scienziati a capire come si sono formati gli strani altopiani del pianeta e se Venere è veramente abitabile.