HIV: possibile cura da uno studio sui primati

Uno studio recentemente condotto dall’Oregon Health & Science University descrive come due primati non umani siano stati curati dalla forma di HIV simile alla scimmia dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali.

Nello studio, pubblicato sulla rivista Immunity, i ricercatori rivelano anche che due circostanze devono coesistere affinché si verifichi una cura e documentano l’ordine in cui l’HIV viene eliminato dal corpo, dettagli che possono certamente contribuire agli sforzi per rendere questa cura applicabile a un numero maggiore di persone.

Inoltre questo studio chiarisce le condizioni essenziali necessarie affinché la cura abbia luogo, delineando la sequenza con cui l’HIV viene eradicato dall’organismo.

I risultati dello studio offrono progressi significativi verso lo sviluppo di una potenziale cura diffusa per il virus responsabile dell’AIDS, che ha colpito circa 38 milioni di persone in tutto il mondo.

Grazie a questi risultati entusiasmanti, c’è una rinnovata speranza per un futuro in cui l’HIV possa essere effettivamente eliminato dalla vita delle persone in tutto il mondo.

Scienziato nel laboratorio
Foto | Unsplash @National Cancer Istitute

Lo studio sulla cura dell’HIV sui primati ha avuto un successo inaspettato

“Cinque pazienti hanno già dimostrato che l’HIV può essere curato” ha affermato il ricercatore principale dello studio Jonah Sacha, professore presso il Centro di Ricerca sui Primati Nazionali dell’OHSU e l’Istituto per la Vaccinazione e la Terapia Genetica dell’OHSU.

“Questo studio ci sta aiutando a comprendere i meccanismi che permettono che avvenga questa cura. Speriamo che le nostre scoperte contribuiscano a rendere questa cura efficace per chiunque, idealmente attraverso un’unica iniezione anzichè un trapianto di cellule staminali” ha continuato Sacha.

Altri ricercatori hanno cercato di curare i primati non umani dell’HIV usando metodi simili, ma questo studio segna la prima volta che gli animali di ricerca curati dall’HIV sono sopravvissuti a lungo termine.

Entrambi gli animali sono vivi e liberi dall’HIV oggi, circa quattro anni dopo il trapianto. Sacha attribuisce la loro sopravvivenza alle cure eccezionali dei veterinari dell’Oregon National Primate Research Center e al supporto di due coautori dello studio, medici dell’OHSU che si prendono cura delle persone sottoposte a trapianti di cellule staminali.

“Questi risultati evidenziano il potere di collegare gli studi clinici sull’uomo con gli esperimenti preclinici sui macachi per rispondere a domande che sarebbe quasi impossibile fare altrimenti, oltre a dimostrare un percorso verso la cura delle malattie umane”, ha affermato Maziarz, professore di medicina a la School of Medicine dell’OHSU e direttore medico del programma di trapianto di cellule staminali del sangue e del midollo adulto e del programma di terapia cellulare presso l’OHSU Knight Cancer Institute.

ricerca medica
Foto | Unsplash @LouisReed
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