Il tempo trascorre per tutti, ma c’è chi si sente sempre nel pieno della giovinezza e che dimostra meno anni rispetto all’età effettiva e chi, invece, i propri anni se li “sente” tutti sulle spalle. Non sempre l’età anagrafica corrisponde a quella “percepita”, e spesso discosta anche dall’età biologica, che è un ulteriore modo per contare gli anni, che dipende da alcuni parametri legati ai processi di invecchiamento. La data di nascita, infatti, non è un parametro affidabile per sapere se si sta invecchiando in salute. È l’età biologica quella che conta davvero. Ma come si calcola? Uno strumento utile in tal senso è stato brevettato da Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto di ricerca scientifica Altamedica, che ha dimostrato come l’età biologica dipenda fortemente dal Dna e in particolare dall’azione epigenetica delle strutture molecolari che lo regolano: i gruppi metilici, il metiloma.
Come funziona il test
Il nuovo test si chiama Highlandertest ed è in grado di calcolare l’età biologica, tramite un esame di una porzione influenzabile del Dna, il metiloma, basato sull’orologio epigenetico, il vero orologio del nostro organismo.
Lo strumento, brevettato nell’ambito dello studio “Epigenetics clocks and age related disease” (sottomesso alla prestigiosa rivista Epigenomes), si basa sui livelli di metilazione del Dna (che agisce sul funzionamento del Dna) e misura l’accumulo di gruppi metilici sulla sequenza del nostro genoma.
Si possono riportare indietro le lancette del tempo?
Secondo i ricercatori, il nuovo test, oltre a calcolare l’età biologica, potrebbe aprire la strada alla definizione di trattamenti mirati al Dna per riportare indietro le lancette del tempo e rallentare l’invecchiamento. “Oggi nuovi più sofisticati algoritmi, come quello che abbiamo brevettato, sono in grado di associare, all’età cronologica, i fattori che la influenzano in un soggetto rispetto all’altro, permettendo di correggere l’andamento epigenetico del singolo individuo al fine di rallentarne l’invecchiamento“, ha riferito Giorlandino, per poi sottolineare: “Confrontando l’età di metilazione del Dna con l’età cronologica, si possono definire misure di accelerazione dell’età“.
Ma non è tutto. Perché gli studiosi ritengono che il test potrebbe essere utile anche per stabilire “la data del fine vita”. “Ciò che è incredibile – ha puntualizzato l’esperto – è, però, che la data di invecchiamento prevista può essere rimandata, agendo sul metiloma attraverso le indicazioni fornite, farmaci o integratori specifici per ognuno e sullo stile di vita“.
“L’epigenetica può lavorare sulla costituzione della genetica individuale del soggetto. Migliorare le performance lavorando sul Dna, non sull’individuo dall’esterno. In tal senso la medicina diviene ricostruttrice, non più riparatrice”, ha concluso Giorlandino.