Vanessa Nakate e Martina Comparelli: chi sono le due attiviste per il clima

In questi giorni, a Milano, si sta svolgendo la Pre-Cop26, l’evento preparativo alla 26esima Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico dell’Onu che si terrà a Glasglow dal 31 ottobre al 12 novembre. All’interno dell’evento meneghino si è tenuta la Youth4Climate, iniziativa che ha portato a Milano 400 giovani da tutto il mondo. In occasione dell’evento il premier Mario Draghi ha incontrato tre attiviste ambientali: Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli.

Vanessa Nakate, la giovane attivista simbolo della lotta ai cambiamenti climatici in Africa

Vanessa Nakate, 24 anni, è nata a Kampala, in Uganda, e si è laureta in economia aziendale alla Makerere University Business School nel gennaio 2019. È diventata il giovane volto in Africa della protesta contro i cambiamenti climatici. Come Greta Thunberg, anche lei ha avviato un’iniziativa di protesta davanti al parlamento del suo Paese, nel 2019. Così, è diventata la prima attivista del Fridays for Future in Uganda e ha partecipato a quasi 60 proteste.

Ma non solo. Perché Vanessa Nakate ha anche fondato Youth fo Future Africa, un movimento per accrescere la consapevolezza dei giovani africani in merito alla crisi climatica. Questo, in seguito, si è trasformato nel Rise up Climate Movement. Tra le sue battaglie principali ci sono quella contro l’inquinamento atmosferico a Kampala. Ma anche quella contro l’innalziamento della acque del Lago Vittoria e i finanziamenti alle compagnie petrolifere del carbone.

Non chiamatemi la Greta d’Africa” ha detto la giovane attivista. “Io sono Vanessa Nakate. E non voglio neppure essere la Vanessa d’Africa, perché qui non si tratta di una persona. Ci sono tantissimi giovani che stanno facendo cose incredibili, in Uganda e in tutto il continente. Il movimento per il clima è fatto di milioni di persone“.

Il discorso alla Youth4Climate

Buongiorno, mi chiamo Vanessa Nakate e vivo a Kampala, in Uganda, un paese che è uno dei più esposti ai cambiamenti climatici. Negli ultimi anni ho assistito sempre di più all’impatto della crisi climatica sul continente. È assurdo perché l’Africa emette meno CO2 di tutti i continenti, escludendo l’Antartide“. A dirlo è l’attivista ugandese nel corso del suo discorso sul palco della Youth4Climate. “Le persone stanno morendo, ma tante altre hanno perso i loro beni di sostentamento. La siccità e le inondazioni hanno lasciato alle persone solo dolore, agonia, sofferenza, fame e morte“.

 

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Durante il suo lungo discorso, Nakate si è rivolta ai leader mondiali:  “È tempo che i leader si sveglino, che smettano di parlare e inizino ad agire. È tempo di misurare i costi ed è tempo per chi inquina di pagare, di mantenere le proprie promesse. Non vogliamo promesse vuote, summit vuoti, conferenze vuote“.

Martina Comparelli, attivista leader di Fridays for Future

Oltre a Nakate e Thunberg, Mario Draghi ha incontrato anche Martina Comparelli. La leader dei Fridays for Future proviene da Pero, alle porte di Milano, è a studiato Sviluppo Internazionale ed Emergenze Umanitarie alla London School fo Economics. Oltre ad aver fatto ricerca sui migranti climatici e sulle vittime di tratta, Comparelli è la portavoce di Fridays for Future Italia, il movimento che ha visto gli attivisti, e non solo, tornare in piazza per la prima volta dopo la pandemia lo scorso 24 settembre. “Draghi sa quello che diciamo, ma bisogna fare. Vedremo al G20” ha detto Martina Comparelli al termine dell’incontro col Presidente del Consiglio.

 

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Manifestare è molto importante. Questo è un momento storico per le politiche sul clima e non possiamo perdere l’occasione di farci sentire” ha raccontato l’attivista a Repubblica. “Con mascherine, distanziamento e tutte le precauzioni del caso, ma dobbiamo far vedere che tutta la popolazione vuole soluzioni a questa crisi. È il momento di continuare a fare pressioni: il tempo scorre e dobbiamo assolutamente invertire la rotta sul clima“.

E ha evidenziato quali sono le principali richieste di Fridays for Future: “Vogliamo che la crisi climatica venga trattata come una vera e propria emergenza“. E ha continuato: “La pandemia ci ha dimostrato che i Governi sono in grado di gestire un’emergenza e allora è arrivato il momento che anche il cambiamento climatico venga affrontato allo stesso modo“.

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