Oltre un terzo dell’Italia, il 36,7% per l’esattezza, è coperto da boschi. La superficie boschiva è aumentata del 18,4% in circa 10 anni raggiungendo gli 11 milioni di ettari. Una crescita che rappresenta un fattore importantissimo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Più alberi e foreste significa anche una maggiore capacità di assorbire Co2. L’aumento della biomassa forestale ha permesso infatti di assorbire 290 milioni di tonnellate di Co2 in più rispetto a 10 anni fa. Questi sono i dati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio realizzato dall’Arma dei Carabinieri con il supporto del CREA. Un’analisi che funge da “termometro verde” in grado di misurare lo stato di vitalità delle foreste e il loro contributo per contrastare la crisi climatica.
L’inventario è il risultato di un lavoro di anni ed è stato presentato in occasione dello Youth4Climate, l’appuntamento di Milano preparatorio della Cop26 di Glasgow. Nel report vengono anche evidenziate le diverse estensioni boschive all’interno delle regioni.
È la Valle d’Aosta la regione italiana che ha una superficie maggiore di boschi in rapporto alla sua superficie, il 3,1%, seguita dalla Puglia, con il 3%. Toscana (0,8%) e Sardegna (0,9%) sono invece le regioni che hanno l’estensione boschiva minore rispetto alla loro superficie.
Per quanto riguarda invece i valori totali è la Sicilia, che è anche la regione più grande d’Italia, ad avere più aree coperte da boschi, seguita dal Piemonte.
L’Inventario sottolinea comunque che “le regioni che maggiormente contribuiscono al volume complessivo dei boschi italiani sono la Toscana, il Piemonte e la Lombardia, rispettivamente con il 10.4%, il 9.8% e l’8.7% del totale. I valori minimi regionali sono invece stati registrati in Puglia, Valle d’Aosta e Molise. Oltre alla diversa composizione delle foreste – spiega il rapporto – a queste differenze contribuisce anche l’estensione territoriale delle foreste nelle diverse regioni“.
L’aumento della superficie boschiva è certamente un fattore positivo ma non bisogna per questo, sottovalutare la crisi climatica. “Le aree boschive stanno reagendo in maniera differente a seconda dell’incidenza del cambio climatico, con foreste che ne mostrano più gli effetti rispetto ad altre” ha sottolineato Giancarlo Papitto, tra i protagonisti dell’indagine. È indubbio però che l’innalzamento delle temperature stia danneggiando le aree boschive: “Ci preoccupano in questo senso soprattutto gli attacchi di parassiti, il cui proliferare è incrementato proprio dalle ondate di calore” ha sottolineato Papitto.
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