Nelle ultime ore hanno fatto parecchio discutere alcune dichiarazioni di Matteo Salvini sulle varianti del Covid. Nel corso di un’intervista a “L’aria che tira”, su La7, il leader della Lega ha dichiarato che le mutazioni di Sars-CoV-2 “nascono come reazione al vaccino”. “Se io provo ad ammazzare il virus, lui cerca di sopravvivere variando, mutando, reagendo al vaccino”. Quella riportata da Salvini è una convinzione molto diffusa tra chi nutre dei dubbi nei confronti dei vaccini, che però è stata più volte smentita dagli esperti.
Anche stavolta, vari virologi si sono affrettati a spiegare che le varianti nascono, in modo casuale, dalla circolazione del virus. Più Sars-CoV-2 riesce a infettare delle persone e maggiori sono le probabilità che cambi. I vaccini, fornendo una maggiore protezione a chi li riceve, ostacolano questo “percorso”, rendendo più difficile la nascita di nuove varianti. Lo scorso luglio, la Federazione nazionale dell’Ordine dei medici ha fatto notare che quasi tutte le varianti conosciute si sono sviluppate prima dell’inizio della campagna vaccinale in tutto il mondo.
La variante alfa, per esempio, è emersa in Inghilterra a settembre 2020, ancora prima che i vaccini anti-Covid venissero autorizzati. Le varianti beta e gamma, invece, “si sono selezionate in Sudafrica e Brasile a fine 2020, quando il virus circolava in una popolazione non vaccinata”. Infine, la variante delta ha iniziato a diffondersi in India nella primavera del 2021, “su una popolazione vaccinata per non più del 3%”.
Secondo un’altra fake news abbastanza diffusa, l’uso delle mascherine non proteggerebbe dalle varianti del Covid. A tal proposito, il sito del ministero della Salute dichiara che “l’uso della mascherina contrasta la diffusione del virus. Le mascherine proteggono in base alla loro capacità di filtraggio e non ci sono attualmente evidenze che le varianti del virus Sars-CoV-2 abbiano una diversa modalità di trasmissione”.
Non è raro sentir dire che “poiché il virus è già mutato, il vaccino non serve a niente”. Si tratta di un’affermazione errata. Dagli studi condotti finora, infatti, è emerso che i vaccini proteggono dalla maggior parte delle varianti del virus dopo il completamento del ciclo vaccinale. È però vero che nei confronti di alcune mutazioni la protezione può essere più bassa.
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