L’allarme è arrivato dalla Gran Bretagna, e già ha scatenato una certa inquietudine nel mondo della scienza. Colpa della variante Xe del Covid, che per ora ha colpito 600 persone e di cui si tenta di stabilire l’effettivo grado di pericolosità. Che però, secondo gli esperti, rischia di essere decisamente elevato.
Della sua diffusione si è già occupata l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui non è peraltro ancora detto che la variante Xe entri a far parte di un ceppo del Covid diverso rispetto a quello ormai noto in tutto il mondo come Omicron. Al vaglio ci sono parametri tra cui spiccano “significative differenze nella trasmissibilità” e anche “nelle caratteristiche“ e “nella gravità” della malattia. Ma quindi, per tutti questi motivi, perché l’apprensione della medicina è già ai massimi livelli?
Variante Xe: che cosa sappiamo, perché la scienza si è divisa
Per cominciare, inquadriamo un po’ meglio ciò di cui stiamo parlando. La variante Xe del Covid non sarebbe altro che una mutazione ricombinante dei ceppi BA.1 e BA.2, entrambi riconducibili alla Omicron. Ebbene, la stessa Oms ha lanciato un allarme. Perché rispetto alle precedenti varianti si ipotizza un 10% in più di contagiosità. “Questo dato, però, richiede un’ulteriore conferma“, ha voluto rassicurare la stessa Organizzazione mondiale della sanità.
Nell’attesa di tale conferma, però, diversi esperti hanno già manifestato tutto il proprio allarme. Uno dei principali è Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute ed ex presidente dell’Istituto superiore di sanità. “La variante Xe del Covid sembra più contagiosa della Omicron. Una persona che oggi ha due dosi è come se non fosse vaccinata“, è stata la sua analisi ai microfoni di ‘Agorà’, su Rai 3.
Più o meno negli stessi minuti interveniva a ‘Un Giorno da Pecora’, su Rai Radio 1, il virologo Fabrizio Pregliasco. Ebbene, il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano ha utilizzato toni più cauti. “C’è una nuova variante, la Xe, combinazione di Omicron 1 e 2. Sarebbe ancora più contagiosa delle precedenti, ma è ancora troppo presto per dire se dobbiamo preoccuparci – ha infatti affermato –. L’invito è quello di aspettare e monitorare, rafforzando la sorveglianza sulle mutazioni del Covid. Perché di varianti, in generale, ce ne sono migliaia. Questa sembra avere una capacità di contagio superiore del 10%, ma alcune diventano una problematica epidemiologica e altre no“.
Tra i più fatalisti, invece, stavolta c’è Matteo Bassetti. “C’è una nuova variante Xe, ancora più contagiosa di Omicron 2. Ecco il virus respiratorio più contagioso al mondo“, ha sottolineato il direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Che però ha chiuso con una nota di speranza: “Non sempre, soprattutto se meno virulento, è una caratteristica negativa“. E a questo punto si attendono comunicazioni ufficiali per capire se, nella battaglia contro il Covid, è il caso di preoccuparsi davvero o l’esatto opposto.