I risultati degli ultimi prelievi dello studio di prevalenza condotto confermano: la variante brasiliana è predominante in Umbria, soprattutto a Perugia. Il capoluogo umbro, del resto, è in zona rossa ormai da diversi giorni, come tutta la sua provincia. Dei restanti 176 campioni (tra i 299 prelevati random nei 5 laboratori regionali il 10 febbraio), 147 risultano varianti. Solo 29 sono riconducibili al ceppo originario. Tra questi, 95 sono di brasiliana (53,9%) e 52 di inglese (29,5%). La variante brasiliana nel Perugino arriva a toccare il 71% del totale dei campioni analizzati. Mentre in Umbria è del 54%. L’inglese è del 23,7% a Perugia e del 29,5% in Umbria. Nei primi 77 analizzati la brasiliana era stata trovata in 41 e l’inglese in 22.
Variante brasiliana in Umbria: ma c’è anche quella inglese
“In Umbria le varianti, inglese e brasiliana soprattutto, stanno sostituendo il ceppo originario di infezione per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora”. Così aveva parlato il direttore regionale Salute e Welfare, Claudio Dario, qualche giorno fa. La conferma della presenza delle varianti sul territorio regionale coincide con due dati che pongono l’Umbria in cima alla classifica nazionale: indice di mortalità e ospedalizzazioni. Secondo Altems nella settimana 9-15 febbraio il numero di morti per 100.000 abitanti è stato pari a 6,30, inferiore solo al dato del Friuli Venezia Giulia (8,29) e a meno di due punti dal valore massimo mai raggiunto in Italia tra 26 marzo e il 1 aprile 2020, ossia 8,37.
Per i ricoveri Covid, nonostante una riduzione registrata nel bollettino di ieri, Agenas rileva come le degenze ordinarie Covid siano al 54% di saturazione (soglia di criticità 40%) mentre le terapie intensive al 57%, e qui l’allerta scatta quando si supera il 30%. Sono 150 i pazienti contagiati all’ospedale di Perugia, di cui 26 in rianimazione, 114 in quello di Terni (23 in terapia intensiva), 67 nel nosocomio di Spoleto (di cui 14 in rianimazione), 57 a Pantalla, 54 a Città di Castello (7 in rianimazione), 53 a Foligno (10 in terapia intensiva), 21 a Branca, 14 all’ospedale da campo dell’Esercito, 8 all’ospedale di Umbertide e 2 al centro sanitario di Trevi.