Indice Rt, in Italia ora sale a 0,95: preoccupano l’Umbria e Bolzano

L’indice Rt nazionale è salito da 0,84 a 0,95. Il dato è emerso dalle valutazioni sull’andamento del contagio svolte, come ogni venerdì, dalla Cabina di regia. Il timore è che il virus possa essere ricominciato a correre. E che la spinta possa arrivare dalle varianti. Con questo primo segnale, secondo gli esperti, lo scenario si fa quindi più complicato. E per diverse regioni oggi potrebbe scattare il passaggio nella fascia di rischio più alta. Probabile l’ingresso di Abruzzo, Liguria e Toscana in area arancione e dell’Umbria in zona rossa. La Sicilia, invece, potrebbe scendere in zona gialla; la Provincia autonoma di Bolzano conserva il rosso. In 7, tra Regioni e province autonome, l’Rt ha superato l’1.

La Protezione Civile emana un bando per l’Umbria

La situazione dell’Umbria è la più delicata. La Protezione civile ha così lanciato un bando per selezionare 496 persone, tra medici e infermieri da impiegare a supporto della sanità della regione. Alla manifestazione di interesse potranno partecipare medici specializzati in Anestesia e Rianimazione, Malattie infettive, Malattie dell’apparato respiratorio e Medicina interna, medici abilitati anche non specializzati, infermieri e operatori sociosanitari. Sarà possibile aderire alla selezione, informano dalla Protezione civile, “compilando il form, già disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, fino alle ore 12:00 del 15 febbraio.

L’indice Rt e il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva nelle Regioni

Stretta nella morsa delle varianti e con un indice Rt in salita, l’Umbria deve fare i conti anche con la pressione crescente sugli ospedali. Il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva si attesta sul 57%: è il più alto d’Italia. Altre due regioni, insieme alle Province Autonome di Bolzano (36%) e Trento (32%), hanno un valore che supera la soglia limite. Si tratta di Friuli Venezia Giulia (38%) e Marche (32%). Ecco le percentuali nelle altre regioni, aggiornate all’11 febbraio, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Abruzzo 28%, Basilicata 6%, Calabria 16%, Campania 18%, Emilia Romagna 24%, Lazio 27%, Liguria 29%, Lombardia 29%, Molise 15%, Piemonte 24%, Puglia 29%, Sardegna 16%, Sicilia 20%, Toscana 22%, Valle d’Aosta 15%, Veneto 14%.

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