Terza dose sì o terza dose no? Mentre in Italia ci si interroga su un nuovo richiamo per il vaccino anti Covid-19, alcuni Paesi provano ad accelerare con le rispettive campagne. Nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità sostenga che i dati della pandemia non indichino la necessità di una terza dose, le autorità sanitarie di molte nazioni raccomandano una nuova somministrazione soprattutto per i pazienti più fragili. Così, mentre alcuni Paesi tentano una fuga in avanti, altri – specie quelli più poveri – soffrono la carenza di forniture delle prime dosi.
Negli Stati Uniti si parte il 20 settembre. Da quel giorno, chi ha completato il ciclo vaccinale almeno otto mesi prima potrà ricevere una terza dose. In Europa, invece, l’Agenzia europea del farmaco attende maggiori informazioni (gli occhi sono puntati soprattutto su Usa e Israele) prima di formulare una valutazione. Eppure, diversi Stati membri dell’Ue hanno già stabilito quando inizieranno le somministrazioni, con il rischio di andare incontro ad azioni legali. Ecco quali sono.
L’Austria partirà il 17 ottobre con over 65, anziani nelle Rsa, pazienti fragili e anche chi ha ricevuto i sieri AstraZeneca o Johnson & Johnson come prima dose. Queste categorie potranno ottenere la nuova somministrazione 6-9 mesi dopo il primo ciclo vaccinale; tutti gli altri potranno invece averla 9-12 mesi dopo il primo richiamo. Anche il Belgio ha autorizzato la terza dose, ma attende maggiori dati prima di intraprendere una campagna. In Danimarca è invece consigliata a chi ha un sistema immunitario debole.
L’Haute Autorité de Santé, in Francia, ha raccomandato una terza dose, a distanza di sei mesi dalla seconda, per gli over 65 e gli immunodepressi. La campagna dovrebbe partire in questi giorni proprio come in Germania, dove fragili e anziani riceveranno una nuova dose di Pfizer o Moderna (anche per chi ha completato il ciclo con AZ o il monodose J&J).
Al via in questi giorni anche la campagna per i pazienti vulnerabili in Grecia; come in Gran Bretagna, dove il Governo ha ordinato 60 milioni di dosi di Pfizer per la terza dose, anche se pressoché tutta la popolazione ha ricevuto il siero AZ. In Italia, come detto, non è ancora stata presa una decisione, ma l’orientamento è quello degli altri Paesi membri, almeno a giudicare dalle recenti dichiarazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza.
In Olanda il Governo, prima di decidere, attende invece un’indicazione dalle autorità sanitarie, che dovrebbe arrivare entro metà mese. In Repubblica Ceca tutti coloro che hanno completato il ciclo potranno avere una terza dose a partire dal 20 settembre. In attesa di valutazioni da parte dell’Ema e del team di esperti nazionali anche la Spagna, che però si è detta pronta a questa eventualità. Una volta valutati i test clinici potrà essere stabilito il cronoprogramma.
È previsto in autunno l’avvio della campagna per un nuovo richiamo in Svezia, dove la terza dose è al momento riservata agli anziani e ai soggetti più fragili. La maggior parte della popolazione adulta, però, non potrà riceverla prima del 2022. Emblematico, infine, il caso dell’Ungheria, unico Stato membro ad aver già avviato la somministrazione delle terze dosi. L’Ungheria, peraltro, sta continuando a inoculare anche i sieri russo Sputnik V e cinese Sinopharm, non riconosciuti dall’Ue. Le nuove somministrazioni sono aperte a tutti, purché essa avvenga a distanza di almeno quattro mesi dalla seconda dose.
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