Gli Stati Uniti distribuiranno la terza dose di vaccino da settembre

I cittadini statunitensi riceveranno la terza dose di vaccino anti Covid a partire dal prossimo mese. Dal 20 settembre, per l’esattezza. L’inoculazione della terza dose di Pfizer o Moderna dovrà essere effettuata otto mesi dopo la seconda. Lo hanno annunciato oggi le autorità sanitarie USA, con una nota firmata da Rochelle Wakensky e Janet Woodcock, rispettivamente direttrice del CDC e capo della FDA.

Al via da settembre la terza dose negli Usa

I dati disponibili mostrano chiaramente che la protezione contro l’infezione da coronavirus diminuisce con il tempo“, si legge nella nota. “E in coincidenza con la variante Delta, iniziamo a vedere una protezione ridotta contro la malattia in forma moderata e lieve“, proseguono Wakensky e Woodcock. Per finire: “Abbiamo concluso che un richiamo sia necessario per massimizzare la protezione da vaccino e prolungare la sua durata“.

Pfizer: “Efficacia elevata con la terza dose”

La decisione arriva dopo che Pfizer e BioNTech hanno presentato alla FDA i dati iniziali della loro sperimentazione per valutare l’efficacia di una terza dose di vaccino. I primi dati mostrano infatti un livello di anticorpi neutralizzanti significativamente più alto contro il virus e le varianti Beta e Delta in chi ha ricevuto una terza dose. I risultati della fase 1 di sperimentazione saranno presentati anche all’Agenzia europea del farmaco Ema e ad altri enti regolatori nelle prossime settimane.

Bassetti: “Terza dose per tutti? Un errore”

Ma sulla terza dose di vaccino gli studiosi si dividono. “Non va proposta come una dose per tutti: sarebbe un errore perché c’è chi non ne ha assolutamente bisogno“, sostiene Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “Non può essere che a 8 mesi la facciamo a tutti indistintamente. Io sono assolutamente contrario“, ribadisce il direttore. “Negli Stati Uniti si parla di una terza dose tra 6 e 12 mesi, ma un conto è a 6 mesi e un conto è a 12“, spiega l’infettivologo. E ancora: “A un anno di distanza, siamo tutti d’accordo che probabilmente buona parte di noi dovrà fare la terza dose“.

Quale vaccino e a chi somministrarlo

Il discorso cambia per quelli in cui, “anche prima dei 6 mesi, potrebbe essere necessario fare la terza dose“. Quindi persone che hanno più di 70-75 anni o con malattie immuno-deprimenti. “Questa deve essere tuttavia una campagna individualizzata che guarda all’esigenza del singolo“, precisa Bassetti.

Si pone poi la questione della tipologia di vaccino. “Non è possibile pensare che nel mondo facciamo la terza dose unicamente con Pfizer. Dunque attenzione, perché è chiaro che l’azienda pende dalla sua parte“, mette in guardia il direttore.

Per il direttore del San Martino di Genova, occorre valutare attentamente la situazione per decidere a chi eventualmente deve essere fatta la dose e con quale tipo di vaccino. “Non facciamoci prendere la mano, solo perché lo fanno gli americani e Pfizer dice che il loro è il vaccino migliore degli altri”, continua Bassetti, ribadendo la convinzione che la terza dose sia da somministrare solo ad alcuni selezionati casi.

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