Il tè ai raggi X in uno speciale di Adnkonos Salute: scopriamo tutti i benefici, ma attenzione: può interferire con alcuni farmaci.
Il tè, dopo l’acqua, si conferma la bevanda più amata e diffusa in tutto il mondo. Le sue origini millenarie e le numerose varietà disponibili lo rendono un elemento imprescindibile nelle abitudini quotidiane di milioni di persone. Ma cosa nasconde realmente questa bevanda nelle sue foglie? L’immunologo Mauro Minelli ci guida alla scoperta dei molteplici benefici del tè, senza trascurare alcune importanti precauzioni.
Il primo aspetto che emerge dall’analisi del tè è la ricchezza di polifenoli, in particolare le catechine nel tè verde e le teorubicine e teoflavine nel tè nero. Queste sostanze sono note per il loro potere antiossidante, essenziale per neutralizzare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare. Studi scientifici hanno dimostrato come i polifenoli possano giocare un ruolo cruciale nella prevenzione di malattie gravi, bloccando la replicazione delle cellule tumorali.
Tra benefici e interazioni con i farmaci
Oltre ai polifenoli, il tè è ricco di alcaloidi come la caffeina, che stimola l’attività psicomotoria migliorando concentrazione e resistenza alla fatica. La caffeina favorisce anche le funzioni respiratorie grazie alla sua azione stimolante sul centro nervoso correlato. Altri alcaloidi presenti sono la teofillina e la teobromina che contribuiscono a rilassare il tessuto muscolare favorendo broncodilatazione e una migliore funzionalità intestinale.
I tannini contenuti nel tè offrono benefici antinfiammatori ed astringenti utilizzati anche per regolare le funzioni intestinali grazie alle loro proprietà antidiarroiche. Il ruolo degli agenti antiossidanti va oltre: accelerano il metabolismo dei grassi contribuendo così a mantenere sotto controllo zuccheri e colesterolo nel sangue. Ciò rende il tè un alleato prezioso nella prevenzione dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari.
Nonostante i numerosissimi benefici, è importante consumare il tè con moderazione per evitare effetti indesiderati come nervosismo o disturbi del sonno dovuti soprattutto alla presenza della caffeina. Inoltre, sia il tè verde che quello nero possono ridurre l’assorbimento del ferro nell’organismo influenzando negativamente chi soffre di anemia ferrocarenziale.
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda l’interferenza del tè con alcuni farmaci; ad esempio può diminuire l’efficacia di trattamenti chemioterapici come quelli basati sul Bortezumib. È quindi fondamentale informarsi adeguatamente prima di integrarlo in una dieta terapeutica o quotidiana. Sebbene sia una bevanda dalle molteplici virtù salutari ed energetiche, è necessario approcciarsi al consumo di tè con consapevolezza delle sue potenzialità ma anche dei limitati rischi associati ad un uso non moderato o non informato.