Le sigarette elettroniche fanno male. Le sostanze contenute al loro interno possono, infatti, avere effetti diretti su cuore e polmoni, creando danni in chi le utilizza.
Lo afferma uno studio compiuto dall’American Heart Association e pubblicato sull’ultimo numero di Circulation, la rivista dell’associazione.
Un articolo che spiega come sia necessario approfondire l’impatto a lungo termine che l’uso di sigarette elettroniche può avere sui fumatori, soprattutto a livello degli organi già citati.
Fumare sigarette elettroniche produce dei danni
“Impatto cardiopolmonare delle sigarette elettroniche e dei prodotti per lo svapo”. Questo il titolo dell’articolo pubblicato su Circulation e che descrive in dettaglio sia i dati che le tendenze di utilizzo più recenti per quanto riguarda le sigarette elettroniche, senza dimenticare gli impatti sulla salute.
Il rapporto dell’American Heart Association ha preso in considerazione le prove scientifiche di base e quelle cliniche, riuscendo così a capire quali effetti a breve termine l’utilizzo di sigarette elettroniche può comportare per chi le fuma. Da indagare restano, invece, gli effetti a lungo termine.
“Le sigarette elettroniche immettono nell’organismo numerose sostanze potenzialmente dannose, tra cui essenze chimiche e altri composti che probabilmente non sono conosciuti o compresi dall’utente”.
Ha spiegato Jason J. Rose, Presidente volontario del comitato di redazione della dichiarazione scientifica, professore associato di medicina e preside associato per l’innovazione e lo sviluppo scientifico dei medici presso l’University of Maryland School of Medicine di Baltimora.
Secondo il professore, i due rischi maggiori sono quelli legati all’aumento della pressione e della frequenza cardiaca, entrambi prodotti dall’uso di sigarette elettroniche.
“Alcune ricerche indicano che le sigarette elettroniche contenenti nicotina sono associate a cambiamenti acuti in diverse misure emodinamiche, tra cui aumenti della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Ci sono ricerche che indicano che, anche quando non è presente la nicotina, gli ingredienti delle sigarette elettroniche, in particolare gli aromi, comportano rischi associati a malattie cardiache e polmonari negli animali. Gli effetti negativi delle sigarette elettroniche sono stati dimostrati da studi in vitro e da studi su individui esposti alle sostanze chimiche presenti nei prodotti disponibili in commercio”.
A creare danni nell’uomo sarebbero quindi le sostante inserite all’interno delle sigarette elettroniche, le quali altro non sono che sistemi alimentati a batteria che riscaldano una soluzione liquida, creando un aerosol che viene inalato nei polmoni da chi le fuma.
Spesso tra queste sostanze c’è la nicotina, ma a volte si possono trovare anche sostanze come il tetraidrocannabinolo (l’elemento psicoattivo della cannabis), la metanfetamina, il metadone e alcune vitamine.
Nei liquidi sono poi spesso presenti anche umettanti, vettori igroscopici come il glicole propilenico e il glicerolo vegetale, ovvero tutte sostanze che agiscono come dei solventi e aiutano a ottenere un aerosol o un vapore d’acqua, formato anche da aromi e sostanze chimiche.
Un insieme di sostante diventate ormai di moda, seppure molto spesso il loro consumo non sia consapevole da parte di chi le respira.
L’uso di sigarette elettroniche dal 2017 al 2019 è più che raddoppiato tra gli adolescenti, ma anche sempre più adulti hanno iniziato a utilizzarle pensando che provochino meno danno rispetto alle sigarette classiche.
Ciò non corrisponde però all’esatta verità.
Anche le sigarette elettroniche, che con i loro aromi conquistano sempre più consumatori, possono rendere dipendenti dalla nicotina e avere effetti dannosi sull’organismo. Lo dimostra la pubblicazione sopra citata.
Per questo, è fondamentale continuare a compiere degli studi a riguardo, come sottolineato ancora una volta dal professor J. Rose:
“I rischi a lungo termine dell’uso delle sigarette elettroniche sono sconosciuti, ma se i rischi dell’uso cronico sono simili a quelli delle sigarette a combustione, o anche se questi sono ridotti, ma ancora presenti, potremmo non osservarli per decenni. Altrettanto preoccupante è il fatto che gli studi dimostrano che alcuni giovani che usano le sigarette elettroniche passino poi a utilizzare altri prodotti del tabacco e che esiste una correlazione tra l’uso di sigarette elettroniche e i disturbi da uso di sostanze. È necessario ampliare questo tipo di ricerca poiché l’adozione degli svapi elettronici è cresciuta in modo esponenziale, soprattutto tra i giovani, molti dei quali potrebbero non aver mai usato sigarette a combustione”.
Un dato da non sottovalutare assolutamente e da tenere in forte considerazione.