Nuovo allarme vaccini lanciato da uno dei Paesi che più si sono distinti in questi mesi nel contrasto al Coronavirus. A produrlo è infatti il ministero della Sanità di Israele, che questa volta mette nel mirino Pfizer. Che, secondo i propri dati rilanciati anche dall’Ansa, sarebbe “in maniera significativa” meno efficace nel prevenire la diffusione della variante Delta.
Pfizer: i numeri preoccupanti di Israele
Il dicastero israeliano ha analizzato minuziosamente l’infezione sulla base della propria campagna di vaccinazione di massa, effettuata in maniera esclusiva proprio con Pfizer. Ebbene, dopo un’attenta analisi emergerebbe un notevole calo nella prevenzione di nuovi casi sintomatici. Se infatti a maggio era del 94,3%, sarebbe scesa addirittura al 64% nel corso di giugno. Ossia proprio nel momento in cui era necessario prevenire la diffusione della variante Delta.
Tale statistica, fortunatamente, riguarda però “solo” la diffusione del contagio. Il vaccino di Pfizer sarebbe infatti ancora estremamente valido nel contrasto a casi seri e nel prevenire il ricovero in ospedale. Quest’ultimo dato risulta infatti sì in calo, ma con una differenza decisamente più ridotta. Da maggio a giugno si sarebbe infatti passati dal 98,2% al 93%.
Come contrastare la variante Delta
Del resto è noto da tempo un dettaglio non di poco conto per quanto riguarda la variante Delta. Solo al termine del ciclo vaccinale, e quindi dopo l’inoculazione della seconda dose, si ha una congrua certezza di essere protetti. E questo indipendentemente dall’efficacia del farmaco prodotto da Pfizer. Motivo per cui in Italia da settimane si sta cercando di accelerare il più possibile la campagna vaccinale. In particolare in vista di agosto e delle previste partenze di massa dei cittadini verso le vacanze.
Israele ha fatto notare che il 90% dei nuovi casi di contagio sul proprio territorio sono dovuti alla variante Delta. Quest’ultima risulta peraltro due volte più contagiosa rispetto alla precedente. In Italia, in data 22 giugno, risultava invece avere una prevalenza del 22,7%. La variante inglese, d’altro canto, era al 57,8%, partendo dall’88,1% del 18 maggio. L’Ema ribadisce in ogni caso la completa protezione con la doppia dose. Pfizer inclusa.