La Nuova Zelanda, dal 2026, sarà il primo Paese al mondo a bandire l’utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei cosmetici a causa dei loro effetti negativi per l’ambiente e per la salute degli esseri umani. Questi tipi di sostanze vengono utilizzate all’interno dei cosmetici per via del loro grandissimo potenziale nella levigazione della pelle e per via del fatto che contribuiscono alla resistenza all’acqua e alla durabilità dei prodotti. Alcuni studi, però, hanno dimostrato anche la loro pericolosità per l’ambiente e per la nostra salute, motivo per cui sempre più Stati stanno cercando di regolamentare la loro graduale eliminazione. Ma vediamo in che modo i PFAS rappresentano un così grande rischio.
La guerra contro le sostanze perfluoroalchiliche, ecco tutto quello che bisogna sapere a riguardo
Come detto in precedenza, la Nuova Zelanda sarà il primo Paese al mondo a mettere al bando le sostanze perfluoroalchiliche, ma prima di lei la California è stata la prima grande giurisdizione ad adottare una misura di questo tipo. Nello Stato americano, infatti, I PFAS non saranno più in circolazione a partire dal 2025 grazie alla decisione presa a settembre 2022. Anche gli Stati del Maine e Minnesota hanno adottato leggi che vietano i prodotti contenenti PFAS a partire dal 2030. L’Unione europea, invece, nel frattempo sta lavorando su un divieto più esteso.
Ma cosa sono esattamente le sostanze perfluoroalchiliche? Dove si trovano? Quale rischio possono rappresentare per gli esseri umani, per gli animali e per l’ambiente? Questa categoria di sostanze comprende circa 14.000 sostanze chimiche, diffuse in una vasta gamma di oggetti di uso quotidiano, e sono conosciute e descritte come “sostanze persistenti” per la loro praticamente eterna persistenza nell’ambiente e nel corpo umano. Una crescente evidenza a livello globale ha associato i PFAS al rischio di cancri e anomalie congenite, oltre che a impatti negativi sul sistema immunitario umano e animale. Queste sostanze chimiche sono state individuate in fonti di acqua potabile, schiuma marina, piogge, acque sotterranee, ghiaccio marino e nel sangue umano. Si trovano anche in cosmetici come schiume da barba e rossetti, oltre che nelle pentole con rivestimento antiaderente in Teflon e nei contenitori per la pizza. L’EPA ha dichiarato che, sebbene i PFAS siano stati individuati in una minoranza di prodotti cosmetici, si stanno adottando misure precauzionali per eventuali rischi. Si trovano in prodotti cosmetici e anche nelle pentole con rivestimento antiaderente in Teflon o nei contenitori per la pizza.
Il divieto sui cosmetici è parte di una risposta più vasta per proteggere dalle sostanze chimiche, includendo test sui livelli di base di PFAS nell’ambiente e la progressiva eliminazione delle schiume antincendio contenenti PFAS. Nel 2023, l’EPA ha condotto una consultazione pubblica sulle modifiche alle normative, ricevendo 20 proposte, di cui 14 provenienti dall’industria cosmetica. L’EPA collaborerà con il settore privato per facilitare la transizione prima che le modifiche diventino operative.
In questo momento, quindi, gli sforzi degli addetti ai lavori si stanno concentrando sul trovare soluzione alternative (abbastanza economiche) alle sostanze perfluoroalchiliche, in modo tale da permettere al settore dei cosmetici di continuare a produrre esattamente come in passato, ma con un occhio di riguardo verso la salute degli esseri umani e del nostro Pianeta.