Mix vaccini, Ema: “Servono più dati per esprimere un giudizio”

La scelta di limitare il vaccino di AstraZeneca agli over 60 ha reso necessario trovare una soluzione alternativa per chi ha già ricevuto una dose del siero anglo-svedese. L’Ema sta valutando la possibilità di somministrare un vaccino diverso come richiamo. Tuttavia la scarsità di dati a disposizione non aiuta a prendere una decisione rapida. Come spiega Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici dell’Ema, in passato questa strategia è stata utilizzata con efficacia. Nel caso dei vaccino anti-Covid, tuttavia, “ci sono prove limitate ed è importante raccogliere maggior informazioni e monitorare con attenzione”.

Cavaleri (Ema): “Servono più dati per valutare il mix dei vaccini”

Per l’Ema non è dunque semplice esprimere una raccomandazione netta sul “mix” di vaccini. “Anche perché non è chiaro se la compagnia abbia interesse a chiedere l’autorizzazione per aggiungere informazioni sul prodotto”, sottolinea Cavaleri. “Non appena avremo più dati, per esempio dallo studio britannico, valuteremo se fare una dichiarazione sul mix”, aggiunge.

L’efficacia sulle varianti

Sulla base dei dati del Regno Unito, l’Ema ha visto che la prima dose del vaccino di AstraZeneca è efficacia contro la variante Delta, ma è la seconda ad aumentare la protezione in modo significativo. “Visto che la protezione con la prima dose è bassa nei confronti della variante Alfa che vediamo circolare in Europa, sarebbe importante che l’intervallo tra le due dosi sia accorciato”, afferma Cavaleri.

Cavaleri (Ema): “Mix vaccini? Non bisogna abbassare la guardia”

Cavaleri ricorda poi che il vaccino di AstraZeneca “è stato approvato nell’Ue sulla base della somministrazione di due dosi, e perciò in principio, in base alle informazioni sul prodotto, è da somministrare una seconda dose in un intervallo tra quattro e dodici settimane“. Se un Paese per un numero di ragioni “vuole fare un mix con un vaccino MRna” sta al Paese decidere. “Sulla base delle prove che abbiamo questo non è problematico, ma il livello di prove è basso e perciò occorre restare vigili”, conclude Cavaleri.

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