La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha chiesto l’interruzione della produzione di vaccini anti Covid 19 Johnson&Johnson in uno stabilimento di Baltimora. In questa sede, lo scorso mese, erano state rovinate circa 15 milioni di dosi. Il gigante farmaceutico aveva detto all’AFP alla fine di marzo di aver identificato un lotto di dosi in uno stabilimento di Baltimora gestito da Emergent BioSolutions “che non soddisfaceva gli standard di qualità”.
Emergent BioSolutions ha dichiarato che la Fda ha chiesto il 16 aprile di interrompere la produzione nello stabilimento di Baltimora in attesa di una ispezione. Questa la nota ufficiale. “Il 16 aprile 2021, su richiesta della FDA, Emergent ha accettato di non avviare la produzione di alcun nuovo materiale presso la sua struttura di Bayview e di mettere in quarantena il materiale esistente fabbricato presso la struttura di Bayview in attesa del completamento dell’ispezione e della riparazione di eventuali anomalie”.
Lo stabilimento di Johnson&Johnson non era ancora autorizzato a produrre farmaci
Il tutto arriva proprio nel giorno in cui l’Ema dovrà esprimersi sul vaccino americano dopo la sospensione della scorsa settimana. Un blocco che sta riguardando, al momento, anche l’Italia. La stessa Johnson&Johnson aveva annunciato un’indagine interna. L’impianto Emergent BioSolutions non era stato autorizzato dai regolatori statunitensi all’epoca a produrre una “sostanza farmaceutica” per il vaccino J&J, ha detto la società farmaceutica. Ma i media statunitensi hanno riferito che prevedeva di produrre decine di milioni di dosi nel prossimo futuro. Entro giugno sono attese in Italia almeno 8 milioni di dosi Johnson&Johnson.