Il 5 novembre si ricorda in Italia la “Giornata per la ricerca sul cancro”, una ricorrenza che permette di fare il punto della situazione su quanto fatto finora e sensibilizzare. Come ricorda l’Airc, parlare di tumore al singolare è improprio: ne esistono almeno 200 tipi diversi, ognuno con delle sue precise caratteristiche. Finora la ricerca è riuscita a trovare delle cure per alcuni di essi, ma per altri si è ancora lontani dal traguardo. Inoltre, le cellule tumorali possono evolvere nel tempo, diventando talvolta resistenti a terapie in un primo momento efficaci.
Lo sviluppo delle terapie antitumorali è piuttosto lungo e può essere necessario dover portare pazienza per decenni prima che un nuovo farmaco sia pronto. È quel che è successo con Imatinib (noto anche con il nome commerciale Gleevec), il medicinale che ha rivoluzionato il trattamento delle leucemia mieloide cronica. Il suo sviluppo è iniziato negli anni ’60, ma l’effettiva introduzione del farmaco è avvenuta solo nel 2001.
Di fronte a delle tempistiche simili, potrebbe venire spontaneo fare un confronto con il vaccino anti-Covid, che è stato messo a punto in tempi brevi. L’intera comunità scientifica si è rimboccata le maniche e ha ottenuto in circa un anno un risultato che di solito avrebbe richiesto persino decenni. Non si potrebbe fare lo stesso con le cure contro in cancro? Purtroppo no, perché esistono delle profonde differenze tra queste malattie. Sars-CoV-2 fa parte della famiglia dei coronavirus, già nota alla comunità scientifica a causa delle epidemie di Sars e Mers. Grazie a questa conoscenza pregressa, i ricercatori erano consapevoli del “punto debole” dell’agente virale: la proteina “spike”. Questa e altre scoperte hanno permesso di mettere subito a punto dei test diagnostici e in seguito anche dei vaccini. Le tecniche usate per produrre quest’ultimi erano già state collaudate o sperimentate in laboratorio sugli animali (nel caso dei vaccini a mRNA).
Per il cancro la situazione è più complessa. Come già detto, esistono tantissimi tipi di tumori, che dal punto di vista biologico sono molto più complessi di un virus. Non basta mettere a punto una terapia efficace contro il cancro, ma bisogna anche assicurarsi che agisca senza danneggiare i tessuti sani del paziente. Come spiega Airc “a parità di urgenza e risorse, la difficile sfida contro il cancro è inevitabilmente più lunga e tortuosa di quella per sviluppare vaccini contro un virus come Sars-CoV-2, e richiederà ancora molti anni di studi e scoperte che, nel tempo, potranno rendere questa malattia più curabile”.
Dal censimento ufficiale “I numeri del Cancro in Italia”, curato da associazioni come Aiom e Siapec-Iap, emerge che nel corso del 2021 nel Belpaese sono diminuiti i decessi legati ai tumori ed è migliorata la sopravvivenza. Nel corso degli ultimi mesi sono state stimate 181.330 morti per neoplasia (100.200 uomini e 81.100 donne), 1.870 in meno rispetto al 2020. In generale, negli ultimi sei anni si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne. La sopravvivenza a cinque anni, per tutte le neoplasie, si attesa al 59% per gli uomini e al 65% per le donne.
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