Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. Nel mondo il fumo è il primo fattore di rischio evitabile di morte prematura. Ecco perché diventano preoccupanti i numeri proposti dal report dell’Istituto superiore di sanità, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’Oms, che si tiene il 31 maggio.
Giornata mondiale senza tabacco: il netto aumento dei fumatori negli ultimi anni
Torna infatti a crescere il numero di fumatori in Italia: sono circa 800mila in più rispetto al 2019. È il primo incremento significativo dal 2006 e riguarda entrambi i sessi. Inoltre, è triplicato il consumo di sigarette a tabacco riscaldato. La fotografia scattata dall’Iss ci indica, dunque, che un italiano su quattro (il 24,2%) è un fumatore. Una percentuale che non era stata mai più registrata da 16 anni a questa parte. Nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica, la percentuale di fumatori era del 22%.
Il Ministero della Salute stima che ogni anno in Italia oltre 93.000 morti siano attribuibili al fumo di tabacco. Particolarmente preoccupante è il numero dei giovani fumatori. In Italia, tra i 13 e i 15 anni, un ragazzo su cinque fuma quotidianamente e il 18% fa uso di sigarette elettroniche, spesso percepite come meno nocive rispetto alle sigarette tradizionali.
Brusaferro: “Preoccupante crescita fumatori, proteggere i giovani”
“L’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”. Lo afferma il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, commentando i dati del rapporto Iss in occasione della Giornata mondiale senza tabacco promossa dall’Oms, che si celebra il 31 maggio.