La misteriosa epatite che in queste settimane sta colpendo soprattutto i bambini ha superato la soglia dei 200 casi in tutto il mondo. Lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in data 1° maggio ne ha segnalati almeno 228. Quelli ancora sotto inchiesta sono svariate decine. L’apprensione è dunque tanta, tale da indurre autorità americane a fornire indicazioni di massima ai genitori su come affrontare tale minaccia.
La vicenda, in Europa, è al centro dell’attenzione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Negli Usa invece se ne stanno occupando i Centers for Disease Control and Prevention, ossia Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). I numeri della nazione parlano di 109 casi sotto osservazione, e quasi tutti hanno richiesto il ricovero. Le vittime sono già cinque. Cosa bisogna fare, quindi, per cercare di contrastare questa epatite e impedire che si abbatta sulle nostre famiglie?
Epatite misteriosa: come riconoscerla, come prevenirla
La risposta arriva dalla dottoressa Leana Wen, medico di emergenza e professoressa di politica sanitaria e gestione alla Milken Institute School of Public Health. Ossia la scuola di salute pubblica della George Washington University. La dottoressa ha inquadrato l’emergenza che la misteriosa epatite incarna, e si è anche rivolta nello specifico alle famiglie e ai genitori delle classi più a rischio. Ossia i bambini molto piccoli.
Innanzitutto una conferma, che arriva dai CDC. Tutti i bambini colpiti dalla malattia, infatti, presentano un’infezione da adenovirus. Lo confermano i loro esami del sangue. Il “mistero”, però, deriva da un altro dettaglio. “Quando i pazienti denunciano sintomi, gli esami diagnostici stabiliscono se soffrono di epatite A, B o C. Ma anche se sono stati esposti a tossine e farmaci e se hanno determinati marcatori autoimmuni. Ebbene, i bambini finora trovati malati risultano negativi a tutti questi parametri“, ha spiegato la dottoressa Wen.
Come capire, quindi, se il proprio figlio soffre proprio di questo tipo di malattia? “I sintomi iniziali dell’epatite non sono specifici, il che significa che molte persone ottengono questi sintomi per altre cause – ha sottolineato la dottoressa –. Tra esse figurano nausea, vomito, dolore addominale, febbre, affaticamento, perdita di appetito e dolori articolari. Successivamente possono sopravvenire urine di colore scuro o feci molto chiare. Oppure ittero, cioè ingiallimento della pelle o della parte bianca degli occhi. Va detto che questa malattia rimane estremamente rara, quindi i genitori non dovrebbero preoccuparsi in maniera eccessiva. Sappiano però che ci sono indagini in corso, quindi se hanno motivi di allarme contattino il loro medico di fiducia“.
Uno di questi è proprio l’ingiallimento della pelle o dell’occhio. “Se succede, è meglio chiamare subito il dottore“, è il consiglio di Leana Wen. Ma anche le urine scure e le feci chiare possono nascondere un’epatite in arrivo. “Se dopo sintomi virali generici arrivano questi problemi, è bene agire subito“, ha aggiunto la dottoressa. E i sintomi generici? “Molti bambini hanno malattie virali che possono causare disturbi gastrointestinali, febbre e affaticamento – ha spiegato –. Se tuo figlio non è in grado di trattenere i liquidi, è un segno che dovresti contattare il medico. Inoltre, se i sintomi sono persistenti e non migliorano, o se tuo figlio sembra sempre stanco e non gli passa mai, contatta il medico“.
C’è però qualcosa che si può fare per cercare di allontanare il rischio di epatite. “Poiché la causa rimane sconosciuta, non possiamo dire quali misure aiuteranno la prevenzione. Se, in effetti, esiste un collegamento con l’Adenovirus, le stesse strategie che abbiamo utilizzato durante la pandemia di Coronavirus sarebbero utili. Quindi suggeriamo di lavarsi spesso e accuratamente le mani con acqua e sapone, e invitiamo le persone a rimanere a casa quando sono malate“, ha concluso la dottoressa Wen. Che su un ultimo punto è stata chiara: “Nessuno dei bambini ricoverati su cui abbiamo effettuato le analisi è in ospedale a causa di un’infezione da Covid-19. Non c’è nemmeno nessun legame con l’aver ricevuto il vaccino contro il Covid-19. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ci ha già riferito che nessuno dei suoi oltre 100 casi fino ad oggi era stato vaccinato“.