La variante Delta del Covid-19 è ancora quella predominante in Italia. Negli ultimi 45 giorni, infatti, secondo le rilevazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, gli esperti hanno individuato la mutazione del virus nell’88,1% dei casi riportati dal Sistema di sorveglianza integrata. I dati sono contenuti nell’ultimo bollettino dell’Iss dal titolo ‘Prevalenza e distribuzione delle varianti di Sars-Cov-2 di interesse per la sanità in Italia’.
Lo studio sulla variante Delta
Il periodo in esame è quello che va dal 17 luglio al 30 agosto e, riporta l’Iss, le segnalazioni di varianti Delta in Italia sono superiori a quelle di tutte le altre variazioni del Covid monitorate. Le autorità sanitarie locali hanno infatti segnalato nuovi casi di infezione generati dalla variante in quasi tutte le province della nazione.
Continua invece a diminuire la presenza delle varianti Alfa e Gamma, la cui diffusione è localizzata solo in alcune zone d’Italia. Caratteristica tipica della variante Delta, come noto, è la maggiore trasmissibilità – tra il 40% e il 60% – rispetto alla variazione Alfa. Inoltre, risulta associata a un elevato rischio di infezione negli individui parzialmente vaccinati o non vaccinati.
Il 24 agosto prevalenza al 99,7%
A confermare la predominanza della variante è anche un’indagine ‘flash’ dell’Iss e della Fondazione Bruno Kessler, eseguita il 24 agosto con la collaborazione del Ministero della Salute, delle Regione e delle Province autonome italiane.
La ricerca si è basata su un campione casuale selezionato dalle Regioni e dalle Province fra i positivi registrati in modo da garantire una rappresentatività geografica e per fasce d’età. In base ai risultati, l’Iss ha stimato che la variante Delta ha una prevalenza nazionale pari al 99,7%.
Il commento di Silvio Brusaferro (Iss)
“Rimane alta in Italia la capacità di genotipizzare/sequenziare campioni clinici positivi per Sars-Cov-2 – sono le parole di Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, riportate dall’agenzia Agi –. Nel mese di luglio, nonostante l’aumento dei casi registrati su tutto il territorio nazionale, è stato sequenziato/genotipizzato l’11,8% dei casi; più che nel mese di giugno (10,8%), un dato ottenuto anche grazie al lavoro quotidiano dei laboratori su tutto il territorio nazionale”.