Anche all’inizio della campagna vaccinale in Europa contro il Covid-19 (il cosiddetto V-Day) la Francia rimane una delle nazioni più riluttanti al vaccino. Oltre un francese su due, addirittura il 56%, non intende farsi somministrare il farmaco. Questo secondo un sondaggio Bva pubblicato da Le Journal du Dimanche e condotto dall’11 al 14 dicembre. Solo il 44% dei francesi prevede di ricevere il vaccino e appena il 13% si dichiara “certo” di farlo.
Già nei mesi scorsi un altro sondaggio, questa volta a opera di Ipsos, aveva rilevato che soltanto poco più della metà della popolazione, il 54%, si diceva pronto a farsi iniettare vaccino prodotto dalla Pfizer, che all’epoca si diceva che fosse “efficace al 90%”, secondo l’annuncio della stessa casa farmaceutica. Dalle cifre della ricerca emerse anche che la percentuale dei francesi disposti a vaccinarsi fosse in continua diminuzione. Ad agosto era di 5 punti superiore (59%). Questa volta, invece, il trend vede un’impennata di cali di consensi nei confronti del vaccino.
La riluttanza nel farsi il vaccino non riguarda però solo la Francia
Lo scetticismo non è presente solamente in Francia per quanto riguarda il vaccino. Dal Bresciano, una delle zone più ferite dalla prima ondata tra marzo e aprile, arriva infatti l’allarme del direttore generale di Ats Brescia, Claudio Sileo. “Solo il 20% degli operatori delle Rsa bresciane hanno aderito alla campagna vaccinale. Troppo poco e non capisco perché”, ha detto amareggiato nel giorno in cui anche a Brescia sono iniziate le prime vaccinazioni contro il Covid-19.
“Come ordine faremo di tutto per convincere i colleghi a vaccinarsi”, ha detto Stefania Pace, presidente dell’ordine professioni infermieristiche di Brescia. Per il vicepresidente Paolo Boldini “il Covid ha devastato le case di riposo ed è incomprensibile che i colleghi non vogliano vaccinarsi. Se medici e infermieri delle Rsa faranno memoria della devastazione vissuta, sono convinto che cambieranno idea”.