Il Covid ha decisamente fiaccato la salute degli italiani negli ultimi due anni e mezzo. E l’ha fatto anche al di là delle dirette conseguenze del temuto virus. Come ha spiegato l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane, infatti, è il quadro clinico generale della nostra popolazione ad essere pesantemente mutato rispetto a un 2019 che appare oggi lontanissimo.
Gli effetti del Covid sulla nostra salute di ogni giorno
Oltre ad aver colpito direttamente un ampio numero di cittadini, infatti, il Covid ha sostanzialmente inciso sulla salute dell’intera cittadinanza, cambiando abitudini e abbattendo le condizioni psico-fisiche degli italiani. Il rapporto evidenzia come, rispetto a prima della pandemia, siamo tutti più pigri, più sedentari, più tristi e sostanzialmente più soggetti a poterci ammalare.
I dati, raccolti da 240 ricercatori e inclusi nel XIX Rapporto Osservasalute 2021, parlano molto chiaro in tal senso. Nel pieno del primo lockdown, infatti, gli italiani che hanno cambiato le loro abitudini alimentari hanno raggiunto il 38,5% del totale. Durante la fase II (dicembre 2020-gennaio 2021) sono stati invece il 21,5%. L’esplosione del Covid, in particolare, ha portato il 25% degli over 18 a mangiare di più (tra i 18-24enni addirittura il 39,5%).
Meno sport, più alcool: la situazione
Nello stesso periodo, inoltre, solo il 36,6% della popolazione ha svolto un qualsiasi tipo di attività fisica. Il risultato di tutto questo è tanto chiaro quando drammatico e allarmante. Nel 2020, l’anno in cui il Covid è entrato nelle nostre vite, il 36,1% della popolazione adulta risultava in sovrappeso. Gli obesi, invece, raggiungevano l’11,5%. E questo significa che la percentuale di italiani che superavano il proprio peso forma era un importantissimo 47,6%.
Pesanti però anche altri tipi di cambio di abitudine per gli italiani. Tra il 2019 e il 2020, per esempio, si registra un +6,5% per gli uomini e un +5,6% per le donne di aumento nei consumi di alcoolici verso soglie considerate a rischio. Tutti fattori che hanno comportato un abbassamento medio nella salute generale degli italiani in epoca di Covid. Tanto più che “l’assorbimento pressoché totale delle risorse territoriali nella lotta alla pandemia ha determinato una riduzione della presa in carico e della continuità assistenziale per i pazienti con patologie acute e croniche“.