Il ritardo comunicato da Pfizer e Astrazeneca, secondo i calcoli del Ministero riportati dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ospide a Rai 1, provocherà uno slittamento di “circa quattro settimane per la vaccinazione per il Covid degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione“.
Lo stesso Sileri ha voluto assicurare che le dosi di medicinale a disposizione saranno utilizzate per i richiami, per non far gravare il ritardo su chi ha già ricevuto la prima dose. “Da domani le dosi a disposizione saranno utilizzate innanzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari“, ha infatti chiarito il viceministro.
Sul tema del ritardo nelle forniture comunicato da Pfizer si è mossa anche l’Unione Europea. Per assicurare agli Stati membri che vengano “rispettati i contratti firmati” dall’azienda farmaceutica americana, l’Ue è disposta anche a procedere per vie legali. Ad assicurarlo, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Possiamo utilizzare a questo scopo tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione“, ha chiarito l’ex premier belga intervistato da radio Europe 1.
Sull’efficacia di una mobilitazione europea, è d’accordo anche il presidente Aifa, Giorgio Palù. “La bontà di un approccio che vede una negoziazione centralizzata come quella europea, è giusta. Trovo opportuno che sia l’Europa a trattare con le aziende“, ha spiegato a Mezz’ora in più su Rai3.
Anche perché, spiega palù, “Noi non possiamo fare a meno dell’industria farmaceutica“. Per avere accesso ai farmaci, inevitabilmente, bisogna trattare con le case farmaceutiche come Pfizer, per questo bisogna fidarsi nonostante il ritardo. “Se crediamo a quello che è scritto sul sito della Pfizer dal 15 febbraio inizieranno a produrre a pieno ritmo e per la fine dell’anno invece di 1,2 miliardi di dosi vaccinali ne allestiscano oltre 2 miliardi“, ha chiarito il presidente Aifa.
A Sky Tg24, Pfizer stessa ha assicurato il pieno rispetto dei contratti sottoscritti con gli Stati membri. Il ritardo c’è, hanno spiegato dall’azienda farmaceutica americana, ma già “Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime“. Il riardo, ha spiegato la fonte di Sky, è dovuto anche alla riqualificazione dell’impianto produttivo belga di Puurs.
Inoltre, ha sottolineato il gruppo farmaceutico, ci sarebbe stato un fraintendimento. “Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso“. Quindi, l’erroneo calcolo delle dosi (tenendo conto dei flaconi, invece che degli shot di medicinale), avrebbe contribuito allo slittamento nella campagna vaccinale.
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