Sono quasi un milione e mezzo gli italiani contagiati dal coronavirus, secondo i risultati “provvisori” emersi dall’indagine sulla sieroprevalenza dell’infezione da virus Sars-Cov-2 realizzata dal Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana. Nello specifico sono 1 milione 482mila le persone, il 2,5% della popolazione residente in famiglia (escluse le convivenze), risultate con IgG positivo, che hanno cioè sviluppato gli anticorpi per il coronavirus. Sei volte di più rispetto rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia di Covid-19 attraverso l’identificazione del Rna virale. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dall’indagine in base ai risultati dei test sierologici effettuati su un campione di 64.660 persone, il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio.
Tassi di sieroprevalenza per Regione
Come evidenziato dai bilanci ufficiali dell’andamento della pandemia di coronavirus in Italia, anche dall’indagine Istat-Ministero sono emerse differenze territoriali molto accentuate. La Lombardia raggiunge il massimo con il 7,5% di sieroprevalenza: ossia 7 volte il valore rilevato nelle Regioni a più bassa diffusione, soprattutto del Mezzogiorno. In alcune sue province, quali ad esempio Bergamo e Cremona, il tasso di sieroprevalenza raggiunge addirittura punte, rispettivamente, del 24% e 19%.
Il caso della Lombardia
“Il caso della Lombardia è unico: da sola questa regione assorbe il 51% delle persone che hanno sviluppato anticorpi contro Covid-19. D’altra parte in Lombardia, dove è residente circa un sesto della popolazione italiana, si è concentrato il 49% dei morti per il virus e il 39% dei contagiati ufficialmente intercettati durante la pandemia”, precisano Istat e Ministero della Salute.
Seguono la Valle d’Aosta, con il 4%, e Piemonte, Trento, Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna e Marche, tutte con tasso di sieroprevalenza intorno al 3%. In coda il Veneto all’1,9%, mentre otto Regioni, tutte del Mezzogiorno, presentano un tasso di sieroprevalenza inferiore all’1%, con valori minimi in Sicilia e Sardegna (0,3%).
Operatori sanità i più colpiti
Quanto all’età, come si legge nel documento, “è interessante notare come il dato di sieroprevalenza più basso sia riscontrabile per i bimbi da 0 a 5 anni (1,3%) e per gli ultra 85enni (1,8%)”. I più colpiti risultano essere gli operatori della Sanità con il 9,8%, e gli addetti alla ristorazione, che superano il 4%. Inoltre, dall’indagine “non emergono differenze significative per quanto riguarda il genere. Uomini e donne sono stati colpiti nella stessa misura da Covid-19 così come emerso anche da studi di altri Paesi”.
Gli asintomatici
Un altro dato interessante riguarda il tasso di asintomatici, che secondo i risultati preliminari dello studio, è intorno al 27,3% delle persone con anticorpi. Questa percentuale, secondo l’Istat e il Ministero della Salute, “evidenzia quanto ampia sia la quota di popolazione che può contribuire alla diffusione del coronavirus. E quindi quanta attenzione ciascun cittadino deve porre alla scrupolosa applicazione delle misure basilari di sicurezza a difesa di se stesso e degli altri”.