Covid, variante inglese: quell’allarme lanciato ad ottobre in Italia

La chiamano ‘variante inglese’ perché i primi focolai accertati si sono verificati a Londra e nel Sud-Est dell’Inghilterra. È un virus più aggressivo, capace di propagarsi in maniera più fitta e veloce. Caratteristiche che, però, riportano alla mente le testimonianze degli operatori sanitari in Italia già nelle fasi iniziali della seconda ondata di Covid-19, e che fanno riflettere ulteriormente sulle difficoltà nella lotta alla piaga di questo 2020.

Le parole di Angelo Pan a ottobre: “Virus più appiccicoso”

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Un esempio su tutti è l’intervista di Luca Perillo ad Angelo Pan, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Cremona. Una chiacchierata risalente allo scorso 15 ottobre, in cui emergeva un dettaglio in particolare: “Il virus non si è indebolito rispetto a prima – aveva detto il medico -. È patogeno allo stesso modo. Le sequenze virali sono le stesse. Sono aumentate le ‘punte’, le ‘spike’. Queste lo rendono più ‘appiccicoso’, più facilmente trasmissibile”.

E proprio di ‘spike’ ha parlato in un video sui canali istituzionali del Ministero della Salute Gianni Rezza, direttore generale del Dipartimento di prevenzione del dicastero di Lungotevere Ripa. “La variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel Sud-Est dell’Inghilterra presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta spike. Resta indispendabile, in ogni caso, il lavoro dei ricercatori per confermare possibili aspetti comuni fra la variante rafforzata descritta da Pan e quella conosciuta come ‘inglese’. L’aspetto comune, però, colpisce in maniera oggettiva.

La ‘variante inglese’ e l’opinione degli esperti: “Il vaccino resta la soluzione”

La preoccupazione quindi inizia a serpeggiare anche in Italia, tanto che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha confermato, nella giornata di domenica, l’intenzione di interrompere i voli da e per la Gran Bretagna dopo che la ‘variante inglese’ del coronavirus è stata isolata su una paziente italiana proveniente da Oltremanica.

Gli esperti, però, invitano alla calma. Lo stesso Rezza ha detto che il nuovo ceppo non comprometterà l’efficacia del vaccino in arrivo, un’opinione condivisa dal presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. “Anche se ci sono mutazioni, come quelle segnalate prima in Gran Bretagna e poi in altre aeree, è altamente improbabile che si perda l’efficacia del vaccino – ha dichiarato Locatelli nel corso di un’intervento a Che tempo che fa, su Rai 3, nella serata di domenica -. Proprio la vaccinazione è la risposta per uscire da questa situazione, sia per il profilo di sicurezza sia per l’efficacia”.

Relativamente ottimista anche il virologo Andrea Crisanti, che ha commentato l’arrivo della ‘variante inglese’ all’Agi. “Sarebbe stata una pessima notizia se avesse avuto anche un’alta virulenza – ha detto –. La nuova variante è apparsa in realtà Spagna quest’estate e da lì, probabilmente a causa dei flussi turistici, si è spostata in Gran Bretagna”.

“Non è chiaro perché si sia diffusa in modo diversa – ha aggiunto Crisanti -.  Ma c’è un fatto da considerare: l’Inghilterra è il Paese in cui si fanno più sequenziamenti al mondo. Purtroppo, più si cerca e più si trova”.

 

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