Coronavirus, è allarme in Lombardia: “A Cremona ricoveri quintuplicati”

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“Negli ultimi giorni i ricoveri sono quintuplicati e se il trend dei contagi è questo sono molto preoccupato”. Si riassume così, con queste parole pronunciate da Angelo Pan, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Cremona, la preoccupazione per l’aumento di contagi in Lombardia, che solo nella giornata di mercoledì ha registrato un incremento di oltre 1.800 unità. E proprio nella regione che per prima ha sofferto, a febbraio, le conseguenze della pandemia di coronavirus preoccupa anche la situazione nelle Rsa, con un focolaio che ha colpito quasi tutti gli ospiti di una struttura di Concorezzo, a pochi chilometri da Monza.

“Il virus non si è indebolito”

Per il dottor Pan il problema non sono tanto le regole in sé, quanto chi non vuole rispettarle: “Quello che stiamo facendo per contenere i contagi mi sembra corretto – ha dichiataro -. Noi a Cremona abbiamo tutti un morto tra amici o parenti e la morte è il deterrente migliore verso i cattivi comportamenti. Virus meno letale? Tutt’altro”.

Il primario ha lanciato un ulteriore appello, rivolto soprattutto ai giovani: “Dobbiamo sapere che il virus non si è indebolito, anzi, è diventato più pericoloso perché è aumentata la sua contagiosità. Ricordiamoci inoltre che colpisce anche i più giovani. Abbiamo trasferito pochi giorni fa in terapia intensiva una persona di cinquant’anni che stava bene e senza nessuna patologia pregressa”.

Focolaio in Rsa a Concorezzo: 33 contagiati, 6 decessi

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In Lombardia la paura cresce anche tra le strutture più a rischio, le residenze socio-assistenziali dedicate soprattutto agli anziani. A Concorezzo, alle porte di Monza, una Rsa ha registrato 6 decessi e attualmente ha 33 positivi su 37 persone ospitate.

La direzione aveva già disposto degli accertamenti qualche tempo fa. I positivi, allora, erano 20, quasi tutti asintomatici. Nei giorni scorsi, però, la situazione si è aggravata e, a giovedì, nella struttura sono stati rilevati 33 positivi. Le visite dei parenti sono state sospese e i contatti con le famiglie avvengono solo con videochiamata.

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