Dopo l’improvviso stop dei giorni scorsi, il gigante farmaceutico svedese-britannico AstraZeneca ha comunicato di aver ripreso in Gran Bretagna i test clinici sul vaccino contro il coronavirus messo a punto in collaborazione con l’università di Oxford e l’azienda italiana Irbm, con sede a Pomezia (Roma). L’azienda aveva temporaneamente interrotto la sperimentazione lo scorso 9 settembre, dopo la comparsa di un effetto indesiderato in uno dei partecipanti. Ora è pronta a riprendere la corsa al vaccino per combattere la diffusione del Covid-19. Proprio AstraZeneca ha confermato la notizia. L’azienda ha spiegato di aver ricevuto l’autorizzazione a riprendere la sperimentazione da tutti gli enti regolatori britannici.
Riprende la corsa al vaccino
La sperimentazione del vaccino Oxford-Pomezia era stata interrotta perché uno dei pazienti aveva sviluppato una reazione avversa. AstraZeneca, confermando la notizia, aveva però specificato come la sospensione fosse “un’azione di routine che si adotta durante i test nel caso ci si trovi davanti a una reazione inspiegata”.
L’incidente di percorso, però, era giunto a pochi giorni da un accordo siglato fra l’azienda farmaceutica e la Commissione Europea, secondo il quale le prime dosi sarebbero state già disponibili entro la fine del 2020. Per questo motivo era subentrato un certo pessimismo per quel che riguarda i tempi. Un pessimismo non del tutto rientrato, ma che al meno non soffre il peso di una sperimentazione definitivamente sospesa.
Anche tedeschi e americani nella fase 3
Nel mese di agosto, la società aveva reclutato 30mila volontari per proseguire la sperimentazione del vaccino negli Usa e in Gran Bretagna, per poi estendersi al Brasile e al Sud Africa. Adesso può riprendere nel Regno Unito, dopo la sospensione di metà settimana.
AstraZeneca non è l’unica ad avere in sperimentazione un vaccino anti-Covid 19 in fase 3. Anche i tedeschi di Pfizer e gli americani di Moderna si trovano in questa fase, e sono fiduciosi di poter ottenere risultati definitivi nel più breve tempo possibile. La speranza è quella di evitare di arrivare al 2021 prima che un vaccino possa ricevere l’ok definitivo per la distribuzione.