Vaccino anti-Covid: da studio italo-inglese a Oxford “buone risposte”

Buone notizie nella ricerca contro un vaccino contro il Coronavirus. Le sperimentazioni messe a punto dalla University of Oxford hanno infatti dato vita a un prodotto che appare “sicuro, causa pochi effetti collaterali e induce una forte risposta immunitaria“.

Vaccino di Oxford: c’è anche una firma italiana

Questo è ciò che afferma la rivista ‘Lancet’, che ha parlato dei primi risultati degli studi sul ChAdOx1. Si tratta del vaccino su cui sta lavorando lo Yenner Institute dell’ateneo britannico. E a cui sta collaborando anche l’italianissima Irbm, azienda biotech la cui sede è a Pomezia.

Secondo quanto si può leggere sulla rivista ‘Lancet’, il nuovo vaccino “ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56esimo giorno della sperimentazione in corso“. I dati dovranno però essere ulteriormente analizzati dato che si tratta di risultati preliminari riferiti alla fase 1-2 di sperimentazione.

La sperimentazione e i motivi di ottimismo

Coinvolti al momento 1077 adulti sani, dopo una precedente sperimentazione sugli animali. La fase di studio sull’efficacia sull’uomo del vaccino italo-britannico è quindi appena arrivata alla fase decisiva.

I risultati sono molto promettenti, anche se prima di confermare che il nostro vaccino possa aiutare a gestire la pandemia di Coronavirus bisognerà lavorare molto“, ha spiegato Sarah Gilbert, dell’università di Oxford. “Ulteriori studi clinici dovrebbero essere condotti su questo prototipo“, spiegano comunque i ricercatori.

La tecnica del “vettore virale”

La tecnica alla base del nuovo vaccino è quella del “vettore virale“. Si tratta di un virus simile a quello da contrastare, con la differenza della sua mancata aggressività. Le informazioni genetiche si “attaccherebbero” quindi a quest’ultimo, permettendo una risposta immunitaria da parte dell’organismo.

Il ChAdOx1 è ancora in fase di studio, sebbene abbastanza avanzata. Ecco perché diversi ministri europei hanno già sottoscritto un accordo per un approvvigionamento da 400 milioni di dosi destinate alla cittadinanza in Europa. Tra loro, oltre ai colleghi di Germania, Francia e Olanda, c’è anche l’italiano Roberto Speranza.

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