Covid-19, l’allarme del S.Raffaele: “30% dei guariti in depressione”

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Depressione cronica, anche a tre mesi dalla guarigione dal Covid-19, per circa un terzo dei pazienti. Ansia, attacchi di panico e insonnia, in gran parte degli altri casi. È questo il risultato di uno studio effettuato dall’ospedale San Raffaele di Milano su circa quattrocento persone affette da polmonite da coronavirus. “Abbiamo evidenziato una depressione che tende a cronicizzare anche a molti mesi di distanza dall’infezione nel 30% dei casi – spiega il professor Francesco Benedetti, psichiatra e group leader dell’Unità di ricerca in Psichiatria e Psicobiologia clinica dell’istituto milanese -. Nel restante dei casi invece sono presenti disturbi di ansia, attacchi di panico e insonnia“.

Covid e depressione: “Importante un periodo di cura psichiatrica dopo la guarigione”

“Molti pazienti che presentano depressione – sottolinea Benedetti – rimangono incapaci di vivere una vita normale e sviluppano sensi di colpa per essere sopravvissuti alla malattia. Per tutti i malati di Covid è quindi importante prevedere un periodo di cura anche dal punto di vista psichiatrico“.

Per lo psichiatra si tratta di un aspetto assolutamente da non sottovalutare: “Un episodio depressivo maggiore appena iniziato può durare molti mesi, anche un anno se non curato. La depressione scatenata da Covid-19 non è diversa da quella endogena di cui tante persone soffrono. Le persone che sono guarite si sentono comunque incapaci di riprendere una vita normale, sono spaventate da ogni cosa e hanno una visione di sé negativa“.

“Situazioni da stress post traumatico in diminuzione”

Il professor Benedetti ha poi concluso cercando di spiegare le motivazioni delle crisi depressive e le prospettive future delle persone in cura: “Abbiamo parlato con persone che hanno visto morire i loro familiari. In alcuni casi sapevano del ricovero dei loro parenti mentre loro stessi erano ricoverati, magari in altri ospedali. In una certa fase era anche impedito di vedere i pazienti morenti o di salutare i defunti. Questo ha portato a un livello di sofferenza enorme. Quello che ci conforta è che le situazioni da stress post traumatico stanno lentamente diminuendo. La depressione però c’è: vedremo cosa accadrà in futuro”.

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