Coronavirus, trovato un positivo affetto da encefalite necrotizzante acuta

L’Henry Ford Health System, un’organizzazione sanitaria di Detroit, ha segnalato un caso insolito di encefalite associata al COVID-19. In un report pubblicato martedì online sulla rivista Radiology, infatti, un team di medici ha dichiarato che un paziente di 58 anni, risultato positivo al Coronavirus, è stato ricoverato in gravi condizioni dopo avere sviluppato un caso di encefalite necrotizzante acuta (ANE); un’infezione nervosa centrale che colpisce principalmente i bambini piccoli. Si ritiene che questo caso sia il primo emerso in cui si è evidenziata l’associazione tra encefalite e Coronavirus.

Il coronavirus può portare a complicanze neurologiche?

“Questo caso è significativo per tutti coloro che lavorano nel settore ospedaliero: devono essere consapevoli di questo per cercare nei pazienti che presentano un livello di coscienza alterato”, afferma Elissa Fory, una neurologa di Henry Ford che faceva parte del team di esperti medici coinvolti nella diagnosi. “Dobbiamo pensare a come gestiremo i pazienti con gravi malattie neurologiche nel nostro paradigma terapeutico. Questa complicazione è devastante quanto una grave malattia polmonare”.

Il team ha coinvolto anche il neuroradiologo Brent Griffith, il medico delle malattie infettive Pallavi Bhargava, e i neurologi Shaneela Malik e Poonam Bansal. Il Dottor Griffith, autore senior del case report pubblicato, ha dichiarato come il documento mostri “il ruolo importante che l’imaging diagnostico computerizzato può svolgere nei casi COVID-19”. L’encefalite necrotizzante acuta è una condizione rara, in particolare nella popolazione adulta, ed è associata a scarsi risultati clinici. Si sviluppa in risposta ad altre infezioni come influenza, varicella ed Enterovirus. Il paziente in questione ha avuto per diversi giorni febbre, tosse e dolori muscolari; tutti sintomi coerenti con il Coronavirus. Il 19 marzo è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso e ha mostrato segni di confusione, letargia e disorientamento, come spiegato dalla Dottoressa Fory. Un test antinfluenzale è risultato negativo ma un rapido test COVID-19, sviluppato internamente dal laboratorio di microbiologia clinica della Henry Ford, ha confermato il Coronavirus positivo.

Quando il paziente è rimasto letargico, i medici hanno ordinato una ripetuta scansione TC (tomografia computerizzata) e risonanza magnetica. Quest’ultima ha identificato lesioni anomale sia nei talami encefalici sia nei lobi temporali, le parti del cervello che controllano la coscienza, la sensazione e la funzione della memoria. Queste scansioni hanno confermato i primi sospetti dei medici. Nell’attesa di un vaccino, la strada per sconfiggere il Coronavirus sembra ancora in salita.

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